Milano, sassi contro la polizia nel campo nomadi rifugio del latitante

Arrestato Alan Spada: deve scontare 8 anni di carcere. Il suo nome compare nell’inchiesta che scoperchiò lo spaccio nella Milano bene

L’ennesimo caso di cronaca con epicentro nel campo rom di via Negrotto

L’ennesimo caso di cronaca con epicentro nel campo rom di via Negrotto

Milano - Ha trovato rifugio dentro il campo nomadi di via Negrotto e stava preparando una roulotte per scappare. Venerdì pomeriggio, quando la polizia ha fatto irruzione nel villaggio per stanarlo, amici e parenti gli hanno fatto da scudo consentendogli di raggiungere l’estremità opposta dell’area e attaccando nel frattempo gli agenti con una pioggia di sassi. I vetri di una Volante sono andati in frantumi. Ma il latitante non ha avuto scampo: Alan Spada, 37 anni, pluripregiudicato, è finito in manette. Deve scontare una pena di 8 anni per reati contro il patrimonio, come disposto dal Tribunale di Livorno. Aveva trovato protezione all’interno del campo nomadi grazie alla collaborazione di alcuni familiari e conoscenti. E il suo è un nome più che noto: quattro anni fa era tra quelli evidenziati nell’indagine “The Hole“ dei carabinieri che scoperchiarono un giro di spaccio al servizio (anche) dei famosi: sequestrati oltre 300 chili di stupefacenti.

Tra i clienti trattati con i guanti, che ricevevano la droga a domicilio perché pagavano il servizio “extra“, un partecipante alla prima edizione del Grande Fratello, manager di modelle, indossatrici, ristoratori. Gli altri, i “comuni“ dovevano invece andare in una palazzina a rifornirsi. In manette finirono 16 persone; altre 6 ai domiciliari. Per un’altra era stato disposto l’obbligo di firma. Tra i canali di approvvigionamento della droga, che passava per le mani della ’ndrangheta, il presunto trafficante Giuseppe D’Aiello, 30 anni, il quale era in contatto con Alan Spada, che dal carcere di Busto Arsizio (dove allora si trovava), in base a quanto emerso continuava a gestire gli affari dello spaccio e della vendita di armi del campo nomadi di via Negrotto. Come? Grazie a lettere e colloqui con la madre, Teresa Sainovich, residente nel villaggio.

Non c’è da stupirsi, quindi, che da latitante (lo era da pochi giorni, dopo la revoca di una misura meno afflittiva), Spada abbia deciso di nascondersi in via Negrotto. La polizia lo aveva cercato anche in altri luoghi: nel complesso popolare di viale Sarca, in zona San Siro, pure a Cinisello Balsamo. La svolta è arrivata quando la sua auto è stata notata in via Giovanni Battista Grassi mentre avanzava in direzione centro. Così è stato predisposto il blitz degli agenti del commissariato Quarto Oggiaro, diretti da Paolo Catenaro; intervenuti anche poliziotti della Squadra Mobile coordinati da Marco Calì e del Commissariato Greco-Turro, guidati da Antonio D’Urso.

Alla vista delle divise si è scatenato il lancio di sassi per ostacolare gli agenti, mentre Spada correva per nascondersi in fondo al campo e probabilmente tentare di scappare oltre il perimetro. Il fuggitivo, dopo un estenuante inseguimento a piedi per il campo nomadi e la boscaglia attorno, è stato bloccato da un equipaggio dell’Ufficio controllo del territorio del Commissariato Quarto Oggiaro. Nel campo era già pronta una roulotte, evidentemente allestita dal trentasettenne e dai suoi “alleati“ per potersi allontanare anche da Milano. Ma il piano è saltato.

 

 

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