Stazione Centrale, trincea nel bazar della piazza: "Ora i turisti cambiano strada" / VIDEO

Duca d’Aosta, decine di migranti attorno a un negozio di souvenir

Migranti davanti al negozio di souvenir in piazza Duca d'Aosta

Migranti davanti al negozio di souvenir in piazza Duca d'Aosta

Milano, 19 luglio 2017 - Carlo Bianculli sfoglia gli scontrini di giornata e scuote la testa: «Se si va avanti così, mi toccherà chiudere o spostarmi». Titolare del negozio di souvenir collocato sul lato est di piazza Duca d’Aosta, vive assediato tra decine di immigrati che quotidianamente si piazzano attorno al chiosco: «Ormai i turisti cambiano strada».

In effetti, a metà pomeriggio la zona si presenta così: una trentina di persone, soprattutto ragazzi originari dei Paesi centroafricani, bivacca davanti al bazar che vende magliette da calcio, braccialetti e oggetti-ricordo; in 15, invece, sono seduti sul bordo dell’aiuola che sta alle spalle del mini-bazar. C’è chi mangia, sfamato da tre donne che all’ora di pranzo si presentano con pasti caldi venduti a 3 euro. C’è chi è sdraiato all’ombra dell’albero, steso a piedi nudi a pochi passi dal negozio. E c’è pure chi spaccia, se è vero che in un’ora almeno due persone si avvicinano con i soldi in mano per scambiarli con una bustina passata da un giovane sui 25 anni.

E del resto qui, meno di un mese fa, gli agenti del commissariato Garibaldi-Venezia arrestarono un senegalese di 50 anni sorpreso a spacciare benzodiazepine: ne aveva addosso 597 pasticche, smerciate soprattutto ai tossicodipendenti per i suoi effetti simili all’eroina. «Non ce la faccio più», allarga le braccia Bianculli. E pensare che proprio lui, dopo una battaglia legale col Comune, ha scelto nel 2016 di trasferirsi da queste parti dopo essere stato mandato via da via Beltrami per far posto agli Expo Gate: «Ho speso più di 70mila euro – fa sapere –. Sono arrivato a settembre, e gli affari sono andati bene fino a Pasqua». Poi è successo qualcosa: il blitz del 2 maggio e lo sgombero della zona della Galleria delle Carrozze. «Dopo quell’operazione – prosegue Cianculli, 55enne originario dell’Uruguay arrivato a Milano col padre nel 1982 – si sono spostati tutti davanti al mio negozio, l’unico posto all’ombra». Da allora, nulla è cambiato, nonostante l’area sia presidiata 24 ore su 24 da polizia, carabinieri e militari dell’Esercito. Così, assistito dagli avvocati Maurizio Zappolato e Sandor Del Fabro, ha preso carta e penna e ha presentato un esposto a Prefettura, Questura e Comune. Oggetto: richiesta di adozione di misure idonee a garantire l’ordine pubblico sul lato est di piazza Duca d’Aosta. Alla denuncia sono state allegate foto che documentano lo spaccio in zona e un video risalente a maggio di una rissa «tra giovani spacciatori africani originata – ipotizzano i legali – dalla necessità di stabilire a quale fazione dovesse andare il primato nella gestione della micro-criminalità». La soluzione: «Pattugliamenti a intervalli regolari», anche perché Bianculli ha notato che «la semplice presenza di una pattuglia di vigili o di personale delle forze dell’ordine induce gli occupanti dell’area a stazionare altrove».

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