Metropolitana 4: tre mesi in più per trovare i soldi

La volontà di andare avanti con il progetto e i cantieri della linea 4 della metropolitana è tale che si sta studiando un emendamento alla Legge di Stabilità capace di scongiurare ogni rinvio di Giambattista Anastasio

L’inizio dei lavori del tunnel della M4 in viale Forlanini

L’inizio dei lavori del tunnel della M4 in viale Forlanini

Milano, 27 ottobre 2014 - La volontà di andare avanti con il progetto e i cantieri della linea 4 della metropolitana è tale che si sta studiando un emendamento alla Legge di Stabilità capace di scongiurare ogni rinvio. Il Comune, come già riportato, è intenzionato ad aprire i tre cantieri di calaggio delle talpe (Dateo, Solari, San Cristoforo) già a dicembre: entro i primi 15 giorni del mese o al massimo dopo Natale. Per quanto riguarda Palazzo Marino, il confronto con i costruttori verte ora non sull’opportunità di partire coi lavori al di fuori della Cerchia dei Navigli già nel 2014-2015 ma, piuttosto, sulle riserve economiche e sugli accorgimenti da mettere in atto per ridurre l’impatto di alcuni cantieri sulla vivibilità dei quartieri interessati, a partire dalla zona Solari.

Ma a difesa dell’«avanti tutta» non c’è solo una componente maggiorataria della Giunta milanese ma anche, e soprattutto, il Governo. Il progetto sta a cuore, in particolare, a Maurizio Lupi, ministro a Infrastrutture e Trasporti, lo stesso che lo scorso marzo ha presenziato all’avvio degli scavi al cantiere di Linate, lo stesso che ha a più riprese definito la metropolitana 4 come la «linea più importante della città, anche più della 5, perché consentirà di collegare le periferie all’aeroporto e, quindi, al mondo». L’ipotesi dell’emendamento è condivisa dal Comune ma nasce a Roma. L’obiettivo è blindare i 172,2 milioni di euro già stanziati dal Cipe in favore di Palazzo Marino per coprire i costi extra generatisi dalla ritardata apertura dei cantieri.

Quei 172,2 milioni potranno prendere la strada per Milano solo a patto che il closing finanziario dell’opera sia siglato entro il 31 dicembre 2014. Se così non fosse, la stessa delibera del Cipe prevede la revoca dei fondi. L’emendamento allo studio consentirebbe, allora, di spostare a marzo 2015 la scadenza oltre la quale scatta la revoca. Per chi non lo ricordasse, il closing finanziario riguarda i 500 milioni di euro che devono arrivare dal pool di banche capeggiato da Bnl-Paribas, Bei e «Cassa depositi prestiti». E a sottoscriverlo devono essere, oltre agli istituti di credito, anche i costruttori e il Consorzio M4. Il confronto tra le parti è entrato nel vivo da settimane, ma gli angoli da smussare sono diversi. Da qui l’exit strategy, ovvero: i 3 mesi in più previsti dall’emendamento.

giambattista.anastasio@ilgiorno.net

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