Milano, brusche frenate: sotto la lente i sensori della metropolitana

Innescate da falsi allarmi e anomalie sulla rete. L’Atm si scusa e lavora col costruttore sul sistema di controllo

Polizia e soccorsi alla fermata della metropolitana Cadorna

Polizia e soccorsi alla fermata della metropolitana Cadorna

Milano, 11 marzo 2019 - Un'anomalia che poi si è rivelata essere un falso allarme. Ma tanto è bastato a far scattare il sistema d’emergenza che prima ha imposto un rallentamento al treno e poi, per una velocità di appena due chilometri orari al di sopra di quanto previsto in quella precisa situazione, ha stoppato il metrò. Una frenata brusca e improvvisa che ha fatto cadere a terra numerosi passeggeri: nove i contusi, tra cui due bambini di 1 e 8 anni e una donna di 70. Questo è successo sabato pomeriggio a Milano sulla linea rossa della metropolitana, sul treno in arrivo alla stazione di Cadorna. La seconda frenata brusca in neanche sei giorni, dopo quella capitata a Loreto lunedì sulla linea verde. Cinquanta episodi in un anno e mezzo. Polemiche. E ora ci sono due treni sequestrati e un’indagine della Procura aperta.

Atm vuole fare chiarezza, e a parlare è il direttore generale in persona, Arrigo Giana. Spiega che sabato il circuito del binario ha rilevato un potenziale rischio legato a una «tensione elettrica leggermente minore», quindi ha inviato l’informazione al sistema che gestisce la sicurezza in metropolitana. E questo ha imposto una decelerazione (anche se poi, come è stato appurato dopo, sul binario non c’era nulla di anomalo). Così il macchinista, che in quel momento viaggiava a 54,47 chilometri orari (la velocità massima è di 80) ed era a circa 70 metri dalla banchina, ha iniziato a frenare, puntando a raggiungere i 30 chilometri orari previsti in questi casi. La frenata di emergenza è scattata mentre era a 32,69. E il treno ha inchiodato. Escluso, quindi, l’errore umano.

I rimedi? «L’intensità della frenata è un problema che non vogliamo sottovalutare - sottolinea Giana - Stiamo lavorando da tempo, insieme al produttore Alstom, sulla modalità d’esercizio di frenata». Per far sì che sia più morbida. Sabato, «se la frenata non fosse stata così brusca o l’anomalia non fosse stata letta in maniera così ristretta il treno sarebbe passato a 30 all’ora rallentando senza indurre un blocco. Il sistema che determina la sicurezza si comporta in maniera corretta rispetto ai fatti che rileva e non c’è mai stato un caso in cui il sistema ha sbagliato. Un sistema così complesso a zero anomalie non esiste», continua Giana.

Sui 50 episodi riscontrati in un anno e mezzo, «il 70 per cento riguarda falsi allarmi e il 30 un rischio reale«, come la presenza di un altro treno a distanza ravvicinata. Quindi si lavorerà anche per raffinare i sensori, in modo da eliminare i falsi allarmi. Il dg si scusa con i passeggeri: «Faremo il necessario per stare loro vicino e minimizzare i loro disagi, al di là degli ovvi risarcimenti che saranno dovuti». La prima telefonata, sabato, «è stata quella del sindaco Giuseppe Sala, che ci ha tenuto a essere costantemente aggiornato».

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