Metrò, città di sotto che replica le magagne della città di sopra

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Piero

Lotito

La metropolitana è una seconda città, ce ne rendiamo conto quando passiamo da una linea all’altra e sbuchiamo in un angolo di Milano lontanissimo dal punto di partenza.

Una città sotterranea che oltre a farci spostare, ci offre la possibilità di fare acquisti e trovare servizi, proprio come la città soprastante. E come in questa, se ne vedono di cotte e di crude. L’ultima è dell’altro ieri, quando si è sparsa la notizia dei due intraprendenti amanti sorpresi a fare sesso in un ascensore della stazione Loreto.

Incredibile, dirà qualcuno, ma vero. E questa, leggendola nel solco di quanto accennato, è una parlante dimostrazione di come la metropolitana rappresenti ormai una sorta di nascosto duplicato della Milano di superficie.

Con una differenza sostanziale: il fatto che sia enormemente più piccolo dell’originale. Quindi, in teoria, più gestibile, meglio da amministrare nella funzione primaria del trasporto e anche riguardo alle diverse attività che là sotto si svolgono. Sembrerebbe una cosa da poco, invece la vita quotidiana laggiù si fa sempre più problematica.

Se nella città superiore, chiamiamola così, si pagano più o meno regolarmente i tanti necessari pedaggi (dal parcheggio all’ingresso nei cinema e nei teatri, nei musei e via così), nella "inferiore" si fa largo una diversa concezione dell’uso dei servizi, a cominciare dal pagamento del biglietto.

Sarà perché è sempre più caro (oggi, 2 euro e venti), sarà perché i varchi sono facilmente superabili, cresce il numero dei "portoghesi" che si tengono in forma scavalcando i tornelli a spinta o rimanendo incollati a chi li precede in quelli scorrevoli.

E non lo fanno soltanto gli spiantati, ma anche viaggiatori all’apparenza insospettabili: studenti, professionisti e altri.

Mani sui blocchi e, oplà, il dado è tratto, in entrata e in uscita. Per il resto, nella metropolitana tutto sembra copia conforme della città di sopra: vi sono quelli che molestano e che scippano, vi sostano tutto il giorno quelli che chiedono l’elemosina, vi si aggirano quelli che là dentro e non altrove sentono di dover soddisfare bisogni corporali, vi si trovano i deliquenti che aggrediscono i dipendenti Atm. E in ultimo, abbiamo detto, vi si trattengono coloro che hanno voglia di fare sesso. Forse è il caso di dare una ripassata alle "regole d’ingaggio" della metropolitana, che se è un duplicato in piccolo della città che la ospita, dovrebbe anche veder rafforzato il suo sistema di governo. Magari anche con un proprio "sindaco". Un sindaco del sotterraneo.

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