Sciopero dei metalmeccanici: trentamila in piazza a Milano / FOTO E VIDEO

"Landini: "Se il governo non cambia, andiamo avanti". Al corteo anche Camusso e Bentivogli

Sciopero metalmeccanici, corteo a Milano

Sciopero metalmeccanici, corteo a Milano

Milano, 14 giugno 2019 -  Sono circa 30mila, secondo gli organizzatori, i metalmeccanici che oggi hanno sfilato per le vie del centro a Milano e si sono radunati davanti al Duomo in occasione della mobilitazione unitaria che riguarda anche Napoli e Firenze. Ad aprire la manifestazione di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil lo striscione 'Futuro per l'industria'. Il segretario della Fim Marco Bentivogli ha chiuso la manifestazione con un intervento in piazza Duomo. Al suo fianco l'ex segretario Cgil Susanna Camusso e il segretario della Cgil (ed ex leader delle tute blu della Fiom) Maurizio Landini.‎  I metalmeccanici, ha spiegato Landini, chiedono "una politica industriale per un settore strategico per il paese", che vede 158 tavoli di crisi aperti, oltre 200mila lavoratori coinvolti di cui 60mila a rischio, 20 aree di crisi complessa e 70 mila lavoratori in mobilità in deroga, che percepiscono un assegno mensile di 500-600 euro. 

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LANDINI - "C'è bisogno di nuovi investimenti e di una politica industriale degna di questo nome. "Se il governo non cambia, andiamo avanti -  afferma Maurizio Landini, segretario generale di Cigl -. La gente vuole dei risultati. La notizia che abbiamo è che le fabbriche si sono svuotate, l'adesione molto forte vuol dire che c'è una domanda vera di cambiamento in questo paese e cambiare vuol dire cambiare le politiche economiche e sociali, vuol dire ridurre il fisco per i lavoratori, vuol dire investire per creare lavoro, vuol dire basta precarietà, vuol dire aumentare i salari e combattere le diseguaglianze".  Il primo punto, sottolinea Landini, "è rispettare gli accordi che sono stati siglati, soprattutto se sono stati siglati davanti al ministero, e quindi c'è anche un problema del ruolo del governo, ma soprattutto c'è un problema di politica industriale seria, il governo e il paese devono farsi rispettare, anche dalle multinazionali".

CAMUSSO - "Si deve smettere di raccontare l'Italia che non c'è - sostiene Susanna Camusso, ex segretaria generale della Cgil -. Oggi l'Italia ha di nuovo delle emergenze aperte e insolute che riguardano in tanta parte le multinazionali".  Camusso sottolinea poi la "straordinaria necessità di politiche che guardino al lavoro e ai diritti de lavoro. I diritti bisogna tutelarli e conservarli perché non sono dati una volta per sempre. Abbiamo in  mente il lavoro come necessità di investimenti e necessità di contratti che lo regolino".

BENTIVOGLI -  "Il Governo in questa permanente campagna elettorale fa un po' come Schettino: si avvicina alla scogliera per prendere applausi ma sta facendo affondare la nave‎". Lo ha detto Marco Bentivogli, segretario Fim-Cisl. "In un anno e due mesi di Governo si sta mortificando questa Italia con i condoni fiscali, i sussidi e con la fine degli investimenti sull'industria. Bisogna far ripartire il paese con equità e giustizia. Il Mise è un diventato un luogo fantasma, si convocano per inerzia le parti ma non si trova mai nessuna soluzione".

DONEGA' E PAGANI "Quella di oggi è stata la grandissima risposta dei metalmeccanici all'assenza del Governo e alla sua incapacità di incidere nelle politiche industriali". Ha detto il segretario della Fim-Cisl della Lombardia, Andrea Donegà. "Ci aspettiamo, ora, che l'esecutivo metta al primo posto gli investimenti su industria e lavoro, l'unica strada per dare prospettive all'Italia e risposte a chi ha bisogno, scongiurando declino industriale e sociale". Gli fa eco Alessandro Pagano, segretario della Fiom-Cgil della Lombardia: "ll Governo dovrà tener conto della voce dei lavoratori. Lo abbiamo detto a voce alta, non ci stiamo piu' a decisioni prese sulle nostre teste senza alcun confronto. Tutto cio' che ci riguarda deve essere discusso e approfondito, la nostra opinione dovra' essere rispettata. Il punto di vista del lavoro non si querela, si ascolta e si rispetta".

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