Metà aereo contagiato in 3 voli su 3 da Cina. La Lombardia: avanti coi test molecolari

Lunedì i prossimi voli a Malpensa e nuovi risultati del sequenziamento. Dialogo col Ministero sui tamponi che da ieri sono obbligatori: i rapidi potrebbero non risultare positivi a una variante sconosciuta

Il laboratorio dell’Asst Sette Laghi, dove vengono sequenziati i test di Malpensa

Il laboratorio dell’Asst Sette Laghi, dove vengono sequenziati i test di Malpensa

Anche sul volo atterrato giovedì pomeriggio a Malpensa da Tianjin, megalopoli da oltre 15 milioni d’abitanti nel Nord-Est della Cina, quasi metà dei passeggeri testati (26 su 56) era positivo al coronavirus, ha annunciato l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. Le stesse percentuali di contagio trovate a bordo dei due aerei arrivati il 26 dicembre, i primi sui quali s’è sperimentata l’iniziativa (concordata col Governo) dell’assessore lombardo che ha preceduto la decisione del ministro Orazio Schillaci di rendere i tamponi obbligatori, anche all’arrivo, per chi viene dalla Cina. Sinora i viaggiatori risultati positivi "avevano tutti a disposizione un alloggio dove poter osservare l’isolamento", ha spiegato Bertolaso, ma comunque la Direzione Welfare ha già individuato due Covid Hotel (il B&B Hotel di Milano-Monza, in Brianza, già attivo, e la Residenza di Pogliano Milanese, nell’hinterland, "in fase di contrattualizzazione"), per chi dovesse averne bisogno in futuro.

Sguardo su lunedì

Non prima di lunedì, quando è atteso a Malpensa il prossimo volo diretto dalla Cina, il che dà alla Regione il tempo di riorganizzare il tamponamento dato che i test di giovedì sono stati gli ultimi su base volontaria e, presumibilmente, anche a pagamento (90 euro perché i tamponi erano molecolari): l’ordinanza ministeriale sull’obbligo è entrata in vigore ieri, con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale. Il documento non specifica se il test debba essere gratuito o a pagamento, ma a quanto Il Giorno apprende è in corso un’interlocuzione tra Regione e Ministero: l’idea della Lombardia sarebbe di non far pagare il tampone ai viaggiatori, e però di continuare a fare loro direttamente quello molecolare, anche se l’ordinanza prevede un test rapido all’atterraggio e solo in caso sia positivo di procedere con il Pcr e il sequenziamento alla ricerca della variante.

La differenza

L’orientamento della Lombardia è motivato non tanto dalla differenza piuttosto abissale tra i risultati dei primi test rapidi che la Regione Lazio s’è precipitata ad effettuare a Fiumicino giovedì (5 positivi su 49 passeggeri) e i quasi metà trovati in tre aerei su tre atterrati a Malpensa, dovuta alla maggior sensibilità dei tamponi molecolari, quanto dal timore che quelli antigenici, “tarati” sulle varianti note, non siano in grado di riconoscere la positività a quella eventualmente sconosciuta che renderebbe la situazione davvero preoccupante.

Obiettivo sequenziamento

E riconoscerla tempestivamente (o escluderla, si spera) è il vero target di questa operazione "di sanità pubblica", per dirla con Bertolaso. Non tanto, dunque, contenere un contagio inarginabile per l’alta infettività delle varianti già in circolazione, ma "cercare di comprendere cosa arriva dal Paese asiatico, perché come l’esperienza ci ha insegnato anche in un campione modesto se è presente una variante aggressiva e più contagiosa prevale sulle altre", ha detto ieri Bertolaso, spiegando che tamponamento e sequenziamento su chi arriva dalla Cina "proseguiranno fino a fine gennaio, e il campione raccolto sarà più significativo". I prossimi risultati del sequenziamento dei tamponi positivi dei passeggeri atterrati a Malpensa sono attesi lunedì: l’operazione è complessa, hanno spiegato i responsabili del laboratorio dell’Asst Sette Laghi, e richiede almeno 13 ore senza contare l’estrazione dell’rna virale, prima, e il confronto delle sequenze, poi, sul database Icogen; inoltre, ha chiarito l’assessore, non tutti i tamponi ma solo quelli con elevata carica virale possono restituire risultati apprezzabili sulle varianti.

Varianti: niente sorprese

Dei 35 positivi appartenenti al 38% dei 92 viaggiatori del Neos atterrato alle 6.20 del giorno di Santo Stefano, ne sono stati sequenziati 15 e sono state trovate solo sottovarianti Omicron già note e circolanti in Italia. L’ultimo bollettino mensile dell’Iss certifica che il 99,95% del coronavirus che gira nel nostro Paese appartiene alla famiglia Omicron, e il 91,09% al lignaggio Omicron 5, che ha a sua volta 151 sottolignaggi identificati; il più diffuso fra noi, con il 30,84% dei contagi, è BQ.1.1, detto Cerberus; seguono BF.7 col 10,31% e BQ.1 col 5,24%; Centaurus (BA.2.75) arriva appena allo 0,2% delle sequenze depositate, e il ricombinante XBB, quella "Gryphon" che negli Usa stimano al 40%, qui rimane stabile al 2%.