Scuola post Covid, le mense? Ecco la mappa del rischio e le dritte

Le indicazioni della Prefettura per la ripartenza sicura, nel refettorio o sui banchi. Tornano al lavoro gli 800 dipendenti di Milano Ristorazione

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Milano, 12 agosto 2020 - Cinque ipotesi sulla carta, con la mappa del rischio e i consigli utili per bypassare le criticità: ecco le prime indicazioni per il ritorno a mensa degli alunni. A pubblicarle la Prefettura, con una postilla: i servizi di Igiene degli alimenti e della Nutrizione di Ats sono a disposizione delle amministrazioni comunali per valutare particolari situazioni. A presidi e Comuni spetterà la scelta della soluzione per la refezione.

Sotto la lente le cinque situazione più probabili per la distribuzione del pasto da settembre. Le scuole che non hanno bisogno di particolari spazi aggiuntivi, dopo le indicazione per il distanziamento in classe, manterranno il refettorio. Spesso su più turni, in modalità self service o con servizio al tavolo. Molte scuole rinunceranno invece al locale mensa per far posto alle aule e, in questo caso, sono state pensate tre alternative: pranzo all’interno del plesso ma in un locale prima adibito ad altre funzioni - come palestra o auditorium -, pranzo all’esterno dell’edificio come per esempio in oratorio, oppure - opzione più frequente - consumo del menu all’interno dell’aula, sul proprio banco. 

Partendo dalle diverse location, sono stati quindi indicati i rischi per la sicurezza, con una premessa: nessuna evidenza scientifica al momento indica l’alimento quale veicolo di infezione. È scritto a chiare lettere. Ma in tempo di Covid-19 il pranzo è un momento delicato, anche per la simultanea presenza di molte persone e l’assenza di mascherine mentre si mangia. Due le criticità che si ripetono in ogni ambiente: distanziamento e disinfezione delle superfici e degli oggetti. Nel caso “self-service“ gli alunni possono poi toccare alimenti e stoviglie della linea. In tutti i luoghi diversi dal refettorio dovranno essere valutati prima i requisiti igienico-sanitari dello spazio. Se si mangia sul banco, andrà sanificato prima e dopo. Tra le indicazioni, modalità organizzative che evitino assembramenti, con un vassoio già allestito e consegnato all’alunno, guanti e mascherine ove necessario, e la riduzione dell’orario di lezione a favore del maggior tempo per l’organizzazione del pasto e delle misure igieniche per prevenire i rischi. 

«Sono indicazioni molto concrete e di buon senso - spiega Berardo Notarangelo, presidente di Milano Ristorazione -. Dopo i sopralluoghi per valutare caso per caso, abbiamo notato che, per quanto ci riguarda, la maggioranza delle scuole adotterà una modalità mista. Il refettorio non abbandonerà la sua funzione, spesso sarà strutturato su più turni e parallelamente il cibo sarà servito in classe. Abbiamo valutato la presenza degli ascensori per il trasporto dei piatti e la logistica e chiesto che le aule che ospiteranno anche questo momento siano collocate al piano terra».

Ci sarà sempre un punto di scodellamento. «Nei mesi scorsi è impazzata questa idea del lunch box, noi invece daremo un pasto vero - ricorda Notarangelo - perché è una situazione che può durare diversi mesi e i bambini hanno bisogno di menu completi. Non ci sarà mai un pasto di serie A e di serie B. Anche l’idea delle monoporzioni sigillate non ha senso e produrrebbe una marea di rifiuti oltre ad aumentare i costi e ad alterare il gusto». Nelle prossime settimane continueranno i sopralluoghi. In rarissime situazioni il pranzo avverrà in locali esterni, vicini alla scuola. «Se il refettorio ospiterà delle classi per la didattica, gli stessi alunni mangeranno lì: manterrà un uso ibrido - continua il presidente di Milano Ristorazione - stiamo incontrando i presidi, anche alla luce di queste indicazioni, per aiutarli a trovare le soluzioni più pratiche. Ce la metteremo davvero tutta perché funzioni tutto bene dall’inizio, ma i primi giorni serveranno a testare una macchina organizzativa completamente diversa: ogni giorno si muovono 120 mezzi per la distribuzione dei pasti dai centri cucina, rivoluzioniamo turni, spazi e servizio. Non è un’operazione banale». 

Nel frattempo tutto il personale è pronto a tornare all’opera, a partire dai lavoratori nel nido con part-time ciclico, che verranno richiamati dal primo settembre. «Sono stati i lavoratori più penalizzati dalla chiusura delle scuole, hanno un part time verticale e non erano previsti ammortizzatori particolari per loro oltre al fondo di integrazione salariale - ricorda Notarangelo-. È stata particolarmente dura per loro nei mesi scorsi. Dal 3 abbiamo richiamato tutti gli altri dipendenti (820 per un indotto di oltre duemila persone, ndr). Ripartiamo con la scuola e con il lavoro. i due pilatri. E non vediamo l’ora di riportare la pizza ai bambini».

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