Meno viaggiatori? Il problema è un altro C’è una rete da rendere moderna

Lo studio “Pendolaria“ di Legambiente fotografa pregi e difetti della rete dei trasporti. Rinnovamento lento

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di Gabriele Moroni

La mazzata pandemica si è abbattuta mentre in Italia proseguivano la scoperta (o la riscoperta) del treno. È uno dei passaggi di Pendolaria 2022, il rapporto annuale di Legambiente, con il significativo sottotitolo “La situazione del trasporto ferroviario ai tempi del Covid“. Alla relazione si aggiunge la sintesi regionale di Legambiente Lombardia. "Nel 2021 i passeggeri in circolazione (sul territorio nazionale - ndr) si sono ridotti su tutti i treni: su alta velocità e intercity fino a -40%, su quelli regionali -45%. Ma non sono mancate situazioni critiche e di disagio. In Lombardia, recentemente, la diffusione dei contagi anche tra i dipendenti di Trenord, ha portato a cancellare centinaia di corse al giorno, con riduzioni di oltre il 10% del servizio programmato. Senza dimenticare, dal 2020, la sostituzione di 139 corse ferroviarie con autobus". Secondo Legambiente Lombardia il servizio regionale "vede una dimensione dell’utenza più che dimezzata rispetto al dato pre-pandemico". Prima del Covid gli spostamenti sui treni regionali e metropolitani erano in aumento, per quanto con grandi differenze fra le regioni e le città italiane. Nel 2019 i viaggiatori al giorno sui treni regionali (di tutti i gestori e in tutta Italia) e sulle metropolitane avevano superato i 6,1 milioni, con un incremento del 7,4% rispetto al 2018.

La Lombardia era passata da 802 mila a 820 mila passeggeri. Crescita esponenziale se si considera che erano 650 mila nel 2011. La Lombardia è in testa per numero di corse giornaliere nel 2020. Sono state 2.150 quelle di Trenord; seguono Lazio (1.298), Campania (1.234), Emilia-Romagna (882), Puglia (790), Piemonte (749). L’età media dei 464 convogli lombardi è di 14,7 anni. Lo svecchiamento della flotta più grande d’Italia è avvenuto grazie all’immissione dei nuovi treni “Caravaggio“ e “Donizetti“. Pendolaria 2022 fa però notare come continui a pesare "il divario generazionale": oltre il 40% dei treni ha una età media di oltre 35 anni, mentre circa il 45% è rappresentato da treni nuovi (con una media di 5 anni). Anche se lo scenario del potenziamento delle linee regionali è proiettato al 2030 e il tempo non manca, le tabelle di Pendolaria evidenziano il gap da colmare fra i costi e i finanziamenti disponibili. Il più ampio riguarda il quadruplicamento della Chiasso-Monza: 1.412 milioni di euro il costo, 4 quelli disponibili, 1.408 da reperire. Raddoppio linea Albairate-Mortara: costo 572 milioni, disponibili 395, finanziamenti mancanti 177. Potenziamento Rho-Gallarate: disponibili 523 su 828, da trovare 305. Quadruplicamento Pavia-Milano Rogoredo: 265 su 900, ne mancano 635. Raddoppio Ponte San Pietro-Bergamo-Montello: 210 su 300, ne servono altri 90.

In parità fra costi e disponibilità finanziaria il raddoppio Codogno-Cremona-Mantova (515 milioni) e il nuovo collegamento con l’aeroporto di Bergamo (170). Elettrificazione. Secondo Legambiente Lombardia gli investimenti, sia regionali sia dal PNRR, non riescono a raggiungere le linee che più hanno necessità di ammodernamento mentre drenano molte risorse per opere che poco incidono sul pendolarismo lombardo, a cominciare dal completamento dell’Alta Velocità Brescia-Verona-Vicenza-Padova. Di fronte all’obiettivo di elettrificare i trasporti, è "deludente che in una regione in cui ci sono ancora ben 263 km di linee non elettrificate rimangano senza fondi linee come la Brescia-Parma e la Monza-Lecco in cui continuano a viaggiare treni diesel". Una soluzione anche per la tormentata linea Brescia-Iseo-Edolo, anziché la sperimentazione dell’idrogeno, su cui Legambiente Lombardia è molto critica.

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