"Meno utenti, ritocco inevitabile" Troppi pendolari arrivano in auto

Studer, docente del Politecnico: la decisione non mi sorprende, pesano la stangata dell’energia e la nuova M4

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di Annamaria Lazzari

"Il Covid ha rivoluzionato la mobilità urbana, modificando le abitudini di spostamento. Una delle “vittime“ è stato proprio il trasporto pubblico urbano. All’inizio per la paura dei contagi. Ci si aspettava un ritorno alla normalità nei flussi del pre-pandemia con la fine dell’emergenza ma non è avvenuto e a questo punto può darsi che non avverrà più o bisognerà impegnarsi sul serio per invertire la tendenza. Il fatto è che le ragioni di questa disaffezione sono da ricercare anche altrove". Ad affermarlo Luca Studer, docente di Circolazione e sicurezza stradale al Politecnico di Milano, oltre che responsabile del Laboratorio mobilità e trasporti.

Per quale motivo molte persone hanno smesso di prendere bus e metro?

"Escluderei al momento che continui ad agire la paura del virus: se fosse così vedremmo ancora la gente indossare la mascherina nei luoghi pubblici. In realtà un aspetto importante da considerare è che le persone hanno scoperto durante la pandemia la comodità di mezzi alternativi per spostarsi e muoversi come bici e monopattino e anche a piedi. Qualcuno purtroppo è pure ritornato all’auto privata. Da allora non sono più volute tornare indietro. Poi è cambiato anche il modo di lavorare: i dipendenti che andavano in ufficio 5 volte alla settimana adesso ci vanno un po’ meno per lo smart working che non è affatto scomparso. In questo quadro più di uno ha rinunciato all’abbonamento al trasporto pubblico, essendo l’accesso più occasionale".

Cosa pensa dell’aumento da gennaio del 10% del biglietto Atm, a 2 euro e 20 centesimi?

"Non mi sorprende particolarmente la decisione del Comune. Alla diminuzione degli utenti si sono aggiunti i rincari dell’energia e la corsa dell’inflazione. In più Milano ha in questi anni esteso l’offerta di trasporto pubblico, con la nuova metropolitana M4, l’aumento del numero di corse dei bus e il loro chilometraggio. È chiaro che tutto questo ha dei costi. Se i contributi pubblici dalla Regione diminuiscono, da qualche parte i soldi bisogna andarli a prendere per dare ossigeno al bilancio. C’è naturalmente il rischio di un decremento di utenti ma ricordiamo che il trasporto pubblico non si ripaga mai da solo né tantomeno è gratis: da sempre in un modo o nell’altro è a carico dei cittadini che finanziano con le loro tasse le risorse pubbliche che lo fanno funzionare".

Forse la costruzione della M4, la Blu, con le sue 21 stazioni, è stata un passo più lungo della gamba?

"Mi sento di escluderlo. Anzi mi ricordo che per anni si diceva che a Milano c’erano troppo poche linee ed era il motivo per cui la gente era “costretta’’ a venire in auto… Non credo che adesso siano diventate troppe. Giudico utile e necessaria l’estensione della rete metropolitana, anche in provincia per raggiungere il maggior numero possibile di utenti. Il rapporto fra abitanti di Milano e chilometraggio è ormai a livello delle più importanti città europee".

E delle auto che pensa?

"Penso che siano troppe, con il risultato che occupano quasi tutta la strada fra quelle parcheggiate e in circolazione. Il problema – peraltro non è una novità – sono il numero dei veicoli che arrivano da fuori. La ripartizione modale – ossia la percentuale di spostamenti con un certo tipo di mezzo di trasporto – avviene nettamente con l’auto in ambito extra-urbano o regionale dove è superiore al 50% mentre a livello urbano la percentuale si ribalta e meno della metà utilizza la macchina per muoversi".

Che fare?

"Bisogna dare un’alternativa all’auto a chi arriva da fuori. Muoversi in bici o monopattino dall’hinterland per arrivare a Milano non è praticabile sia per distanza che per le condizioni meteo. Bisogna invece fornire servizi suburbubani e regionali adeguati e puntuali. Il trasporto ferroviario è insufficiente come emerge dalle scelte dei cittadini che continuano a spostarsi utilizzando nella maggior parte dei casi le auto invece dei mezzi pubblici. Abbiamo un passante solo con un sacco di problemi".

Anche i monopattini e le bici non sono tante e a rischio incidenti?

"C’è stato un aumento importante dei mezzi di mobilità dolce – in corso Buenos Aires le due ruote sono ormai di più delle macchine – ed è chiaro che in termini assoluti il numero di incidenti è superiore rispetto a quando ne circolavano meno. Ma quello che nessuno dice è che il tasso di incidentalità, ossia il numero di incidenti per spostamento, tende a decrescere probabilmente perché la gente si abitua a guidare meglio questi mezzi con il tempo. Il problema è che tutti i cambiamenti che non sono a favore dell’auto vengono messi in croce".

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