Meno enti per i voucher disabili, è protesta

Le realtà del sociale non possono più accreditarsi. Famiglie disorientate: rischiamo di restare senza servizi

Migration

di Giambattista Anastasio

La svolta è stata messa nero su bianco il 21 febbraio nella delibera approvata dalla Giunta regionale. Ma le conseguenze di quanto deciso allora iniziano a rivelarsi ora. E proprio oggi in Consiglio regionale approderà una mozione urgente che chiede all’esecutivo lombardo di rivedere quanto deciso poco più di due mesi fa. Il tema è delicato: i voucher sociosanitari attraverso i quali le persone con disabilità gravissime (B1) possono coprire i costi delle cure e delle terapie di cui hanno necessità. A finanziare i buoni sono lo Stato, tramite il Fondo nazionale per la non autosufficienza, e la stessa Regione.

A garantire le prestazioni alle persone con disabilità e alle loro famiglie sono gli enti che chiedono ed ottengono l’accreditamento da parte della Regione. E questo è il punto. La delibera del 21 febbraio introduce alcune novità, tra le quali quella relativa ai requisiti e all’inquadramento richiesti agli enti per potersi candidare a gestire i voucher e a fornire i relativi servizi. In sintesi: dal primo maggio – dall’altroieri – si possono accreditare solo gli enti che forniscono servizi sanitari e sociosanitari. Non più gli enti del sociale, che negli ultimi tre anni hanno garantito, per l’esattezza, il 17,4% delle prestazioni previste nell’ambito dei voucher.

La delibera è chiara: "Il voucher sociosanitario – vi si legge – può essere utilizzato esclusivamente per acquistare prestazioni di assistenza sociosanitaria da parte di enti erogatori di servizi sociosanitari e sanitari accreditati, in possesso di esperienza e delle figure professionali necessarie, disponibili alla erogazione dei voucher sociosanitari". "Per gli enti erogatori appartenenti – invece – all’area sociale che hanno attivi voucher sociosanitari, al fine di assicurare un adeguato accompagnamento a tutela della continuità assistenziale, potrà essere prevista la prosecuzione voucher sociosanitario in essere sino al termine ultimo del 30 settembre 2022, salvo casi previsti al punto decorrenza voucher sociosanitari. Pertanto, le ATS dovranno provvedere alla sottoscrizione di un contratto, che avrà validità non oltre la suddetta data". Una svolta, questa, finalizzata a garantire servizi più efficaci da parte di enti meglio organizzati.

Sulla carta tutto bene, tutto disciplinato al meglio. Ma la realtà restituita da alcune associazione della disabilità è diversa. Come detto, la svolta è entrata in vigore il primo maggio, quindi appena 48 ore fa. E nonostante la delibera preveda un tempo-ponte agli enti del sociale che hanno in corso progetti con le persone con disabilità, di modo che questi non si interrompano bruscamente, quello che sta avvenendo è proprio che alcuni progetti si stanno interrompendo anzitempo. In altri casi, più semplicemente, la prospettiva che si interrompano da qui a pochi mesi sta mettendo in difficoltà le famiglie anche per la difficoltà a trovare enti alternativi che offrano gli stessi servizi. La restrizione del perimetro degli enti, infatti, non aiuta a vedersi garantiti alcune prestazioni già carenti da anni.

"Siamo preoccupati perché la delibera pone criteri più restrittivi e molti enti che assicuravano servizi anche sociosanitari non possono più accreditarsi – spiega Fortunato Nicoletti, vicepresidente dell’organizzazione di volontariato “Nessuno è escluso“–. Già in questi giorni stiamo ricevendo segnalazioni da famiglie che non possono rinnovare il progetto di assistenza con enti con i quali si sono sempre trovati bene. Uno dei temi per i quali si può usare il voucher è l’Assistenza Domiciliare Integrata, che già di per sé è difficile da avere, quindi, in sintesi, bisogna agevolare la possibilità di garantire il servizio anziché togliere la possibilità di garantirlo a chi già lo garantisce. Mi auguro – conclude Nicoletti – che la delibera sia rivista e che gli enti del sociale possano ottenere una proroga, che si possa decidere sul loro coinvolgimento nel sistema dei voucher solo dopo un monitoraggio sul campo degli effetti della delibera".

Sulla stessa linea la mozione urgente presentata da Elisabetta Strada, consigliera regionale dei “Lombardi, Civici, Europeisti“, che chiede alla Giunta regionale di "rivedere i contenuti della delibera affinché si reintroduca la possibilità per gli enti erogatori di servizi sociali accreditati di proseguire fino al 31 dicembre 2022 con le attività avviate e di essere inseriti negli elenchi degli erogatori predisposti dalle ATS per l’anno in corso", nonché di "analizzare con tempi più congrui eventuali modifiche utili a sistematizzare le prestazioni erogate attraverso i voucher sociosanitari" e, infine, di "rendere più semplice e fruibile l’accesso alle prestazioni rese con il voucher sociosanitario previsto dalla misura B1".

mail: giambattista.anastasio@ilgiorno.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro