Melzo, cammina su una trave dell'area dismessa. E precipita

Sedicenne in compagnia di due amiche scivola in un pozzetto nella porcilaia dell’ex Galbani e batte la testa

I soccorsi nell'area ex Galbani

I soccorsi nell'area ex Galbani

Melzo (Milano), 1 giugno 2021 -  Cammina su una trave di legno, perde l’equilibrio e scivola in un pozzetto profondo due metri nella porcilaia dell’ex Galbani, Ieri, paura a Melzo per una sedicenne che alla fine se l’è cavata con un codice giallo, "ma poteva finire in tragedia", dicono gli stessi investigatori. Lei in compagnia di altre due amiche, nel gruppetto anche una maggiorenne, ha raccontato di essere finita nella proprietà privata per accorciare la strada, durante una passeggiata a inizio pomeriggio. Una versione tutta da verificare.

In pochi minuti nel sito recintato sono arrivati vigili del fuoco, carabinieri, elisoccorso, ambulanza e polizia locale. L’adolescente è uscita da sola dal buco grazie a una scala calata dai pompieri. Ha battuto la testa ed era frastornata, ragione per cui è stata trasportata al pronto soccorso. Ma per fortuna non ha nulla di grave. Ora, i militari stanno ricostruendo l’episodio, mentre il sindaco Antonio Fusè racconta di aver assistito al salvataggio "in diretta da casa. Abito a 50 metri". Sotto il profilo sicurezza sottolinea che quei terreni non sono del Comune e come tali fuori dalla sua responsabilità. Gestore, Officine Mak, la ditta che quasi un anno fa si è aggiudicata all’asta il restyling di quello che è considerato da tutti un pezzo di storia dell’industria italiana. "È la prima volta che qualcuno si introduce nell’area. Non ci risulta fosse mai successo prima. Per fortuna la ragazza sta bene. Questo è l’importante", dice il ceo Daniele Consonni. Agli uomini del capitano Giuseppe Verde il compito di stabilire come e perché il gruppetto sia entrato dove non doveva. "C’è anche il nastro rosso che ricorda a chi arriva nelle vicinanze che l’accesso è vietato", aggiunge l’imprenditore.

Non è la prima volta che una bravata rischia di trasformarsi in dramma. A marzo, è successo a Vaprio. Un’altra ragazzina di 13 anni si era introdotta in una fabbrica chiusa da anni in via Alzaia ed era precipitata da un lucernario. Tutta colpa di un selfie. L’adolescente si era rotta il polso, ma per qualche istante si era temuto il peggio. Era entrata in azienda con altri due amici e l’intenzione di scattare qualche immagine, magari da postare sui social. All’improvviso, però, una botola aveva ceduto e lei era caduta rovinosamente a terra. L’attrazione per luoghi proibiti e pericolosi rimane un fenomeno diffuso, come insegnano i rave party. Ma col distanziamento erano scomparsi.

 

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