Medico ucciso con l'accetta, Giorgio Falcetto visitò il killer Bifronte il 2 febbraio 2021

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, Benedetto Bifronte si recò al pronto soccorso del San Donato in stato di agitazione e, dopo essere stato visitato dalla vittima, fu dimesso. Oggi pomeriggio l'interrogatorio per la convalida del fermo

Dalle approfondite verifiche dei carabinieri, è emerso un contatto precedente tra il medico settantaseienne Giorgio Falcetto e il suo assassino, il sessantaduenne Benedetto Bifronte. Stando a quanto ricostruito nelle ultime ore dalle indagini dei militari, l'uomo si è recato al pronto soccorso del Policlinico San Donato nella tarda mattinata del 2 febbraio 2021, in stato di agitazione e lamentando un dolore toracico con dispnea (fatica a respirare). Visitato dal dottor Falcetto, è stato dimesso con una diagnosi di cervicalgia - un'infiammazione cervicale (una patologia del tutto diversa da quella riferita dal paziente) - con sindrome influenzale (non da Covid) e una prognosi di 7 giorni, con prescrizione di medicinali da assumere.

Bifronte ha raccontato agli investigatori di essere uscito dal pronto soccorso dell'ospedale la mattina di due giorni fa, di aver riconosciuto Falcetto e di avergli imputato il peggioramento delle sue condizioni di salute. Poi sarebbe salito in macchina e in retromarcia avrebbe involontariamente tamponato l'auto del medico. A quel punto, la discussione sarebbe ripartita, culminando nel raid letale a colpi di accetta. Oggi pomeriggio, il sessantaduenne sarà interrogato dal gip per l'udienza di convalida del fermo.

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