Massaggio cardiaco

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano Milano - «Mi stavo allenando al Parco Lambro, quando ho visto delle gambe sbucare in mezzo all’erba. Attorno, persone in agitazione. D’istinto mi sono avvicinato". Comincia così la storia di Simone Grieco, medico di 27 anni, che domenica 20 giugno si è trovato nel posto giusto al momento giusto: è grazie a lui se l’ottantunenne P.I., che in preda a un malore si era accasciato mentre pedalava, è ancora vivo. Il cuore dell’uomo aveva smesso di battere quando il giovane si è gettato su di lui e lo ha rianimato con massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. Il signor P.I., che poi è stato ricoverato al San Raffaele, ora sta benissimo. «Non parlo di miracolo, perché non sono credente. Ma di sicuro – sottolinea l’ottantunenne – se oggi sono vivo, è grazie a questo ragazzo che è più giovane dei miei nipoti. Nella vita sono stato docente di Economia aziendale all’Università Cattolica e da sempre pratico atletica". Tuttora gareggia da agonista, nella categoria “senior’’. Quel giorno pedalava "in vista di una visita medica che avrei dovuto affrontare sulla cyclette". Ma si è sentito male. Per sua fortuna, proprio in quel momento passava Simone Grieco. "Era già stata chiamata un’ambulanza. Quindi – racconta il medico –. Mi sono concentrato sull’uomo, applicando il protocollo Abcd: A sta per airway, vie aeree". "Ho controllato che non fossero ostruite. B è l’iniziale di breathing, respirazione: la persona non emetteva fiato ed era priva di sensi. Quindi sono passato alla parte C: circulation. Ho tastato il polso e non c’era battito.  Tutto questo in pochi secondi. Allora sono partito con il massaggio cardiaco, poi ho continuato con due “ventilazioni’’ (la cosiddetta respirazione bocca a bocca) e ho ripetuto la manovra. Questo è stato sufficiente: il signor P.I. è tornato cosciente. Non c’è stato bisogno di arrivare al punto D, defibrillatore. L’ambulanza lo ha poi accompagnato in ospedale dove è rimasto ricoverato e gli è stato applicato un pacemaker". Cosa gli è capitato? "Ha avuto un blocco atrioventricolare di terzo grado". L’ottantunenne si è ripreso completamente ora racconta: "Potrò anche continuare a praticare sport, perché il muscolo del cuore non ha problemi". Non solo. "Io – conclude l’anziano – non smetterò mai di ringraziare Simone, che ha dimostrato umanità (non era scontato che praticasse la respirazione bocca a bocca a uno sconosciuto, di questi tempi), professionalità e competenza. In un mondo in cui c’è tanta indifferenza, si distingue. È un eroe". Sì, l’anziano chiama proprio così il suo 27enne soccorritore: eroe. Un bel riconoscimento, ma l’interessato, in tutta umiltà, prova un po’ di imbarazzo a essere chiamato in questo modo. In fondo, fa capire, ha fatto solo il suo dovere. Il giovane medico, originario di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, si è laureato in medicina al San Raffaele e da oggi lavorerà al Pronto soccorso di Castellanza, in provincia di Varese, mentre fino a ieri era al Bassini di Cinisello. "Aiutare le persone in difficoltà è ciò che più mi gratifica in assoluto. Non chiamatemi eroe: è la mia missione".

Cronaca

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano".&nbsp;Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro.&nbsp;<a href="http://www.ilgiorno.it/buongiornomilano" target="_blank">www.ilgiorno.it/buongiornomilano</a> 
Milano -&nbsp;«Mi stavo allenando al Parco Lambro, quando ho visto delle gambe sbucare in mezzo all’erba. Attorno, persone in agitazione. D’istinto mi sono avvicinato". Comincia così la storia di Simone Grieco, medico di 27 anni, che domenica 20 giugno si è trovato nel posto giusto al momento giusto: è grazie a lui se l’ottantunenne P.I., che in preda a un malore si era accasciato mentre pedalava, è ancora vivo. Il cuore dell’uomo aveva smesso di battere quando il giovane si è gettato su di lui e lo ha rianimato con massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca. Il signor P.I., che poi è stato ricoverato al San Raffaele, ora sta benissimo. 
«Non parlo di miracolo, perché non sono credente. Ma di sicuro – sottolinea l’ottantunenne – se oggi sono vivo, è grazie a questo ragazzo che è più giovane dei miei nipoti. Nella vita sono stato docente di Economia aziendale all’Università Cattolica e da sempre pratico atletica". Tuttora gareggia da agonista, nella categoria “senior’’. Quel giorno pedalava "in vista di una visita medica che avrei dovuto affrontare sulla cyclette". Ma si è sentito male. Per sua fortuna, proprio in quel momento passava Simone Grieco. "Era già stata chiamata un’ambulanza. Quindi – racconta il medico –. Mi sono concentrato sull’uomo, applicando il protocollo Abcd: A sta per airway, vie aeree". 
"Ho controllato che non fossero ostruite. B è l’iniziale di breathing, respirazione: la persona non emetteva fiato ed era priva di sensi. Quindi sono passato alla parte C: circulation. Ho tastato il polso e non c’era battito.&nbsp; Tutto questo in pochi secondi. Allora sono partito con il massaggio cardiaco, poi ho continuato con due “ventilazioni’’ (la cosiddetta respirazione bocca a bocca) e ho ripetuto la manovra. Questo è stato sufficiente: il signor P.I. è tornato cosciente. Non c’è stato bisogno di arrivare al punto D, defibrillatore. L’ambulanza lo ha poi accompagnato in ospedale dove è rimasto ricoverato e gli è stato applicato un pacemaker". 
Cosa gli è capitato? "Ha avuto un blocco atrioventricolare di terzo grado". L’ottantunenne si è ripreso completamente ora racconta: "Potrò anche continuare a praticare sport, perché il muscolo del cuore non ha problemi". Non solo. "Io – conclude l’anziano – non smetterò mai di ringraziare Simone, che ha dimostrato umanità (non era scontato che praticasse la respirazione bocca a bocca a uno sconosciuto, di questi tempi), professionalità e competenza. In un mondo in cui c’è tanta indifferenza, si distingue. È un eroe". 
Sì, l’anziano chiama proprio così il suo 27enne soccorritore: eroe. Un bel riconoscimento, ma l’interessato, in tutta umiltà, prova un po’ di imbarazzo a essere chiamato in questo modo. In fondo, fa capire, ha fatto solo il suo dovere. Il giovane medico, originario di Rionero in Vulture, in provincia di Potenza, si è laureato in medicina al San Raffaele e da oggi lavorerà al Pronto soccorso di Castellanza, in provincia di Varese, mentre fino a ieri era al Bassini di Cinisello. "Aiutare le persone in difficoltà è ciò che più mi gratifica in assoluto. Non chiamatemi eroe: è la mia missione".

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