Medici e infermieri aggrediti: oltre 2 casi al giorno

Il Pd: aumento del 41% tra Milano e hinterland rispetto al 2021. E attacca la Regione. La replica di Bernardo: ve ne accorgete solo ora

Medici e infermieri

Medici e infermieri

Milano - ​Se il buongiorno si vede dai primi cinque mesi del 2022, quest’anno si concluderà con il 41% di aggressioni al personale sociosanitario in più rispetto al 2021, solo nella sanità pubblica della Città Metropolitana di Milano: gli attacchi fisici sono in aumento del 22%, quelli verbali del 50%, la media è di due episodi e mezzo al giorno. Lo sostiene il gruppo del Pd al Pirellone, sulla base di dati raccolti, spiega la consigliera Carmela Rozza, considerando il 2020 un "anno zero". Non perché il problema non esista da tempo, ma perché all’epoca fu approvata per affrontarlo una legge regionale bipartisan (Rozza la firmò con Franco Lucente di FdI), divenuta operativa a luglio 2021.

La fotografiapreoccupante": nel 2021, nonostante ai parenti l’accesso agli ospedali fosse praticamente interdetto dalle restrizioni antiCovid, tra Ats, Asst e Irccs pubblici dell’area metropolitana "abbiamo avuto più di duecento aggressioni fisiche e 444 verbali". Da gennaio a maggio di quest’anno, con la riapertura da marzo delle visite in corsìa, sono aumentate: 106 episodi di violenza fisica e 278 di violenza verbale, in cinque mesi. A crescere, sottolinea Rozza, sono soprattutto gli episodi più gravi: +60% per il livello massimo in base alla scala australiana diffusa nel 2019 agli ospedali lombardi, l’"aggressione estrema" definita come "attacco con uso di arma" e / o "risultante la morte". Tra Milano e hinterland ne sono stati segnalati tre nel 2021 e due fino a maggio 2022. Subito sotto c’è l’"aggressione severa": +54%. E se per le aggressioni fisiche più lievi l’aumento è più contenuto (+3% e +35%), al capitolo "minacce e intimidazioni" la previsione è di vederle più che raddoppiare (+105%) rispetto al 2021.

In base alle proiezioni presentate da Rozza insieme al capogruppo dem Fabio Pizzul, alcune Asst dell’hinterland registrano aumenti sopra la media: +128% alla Rhodense, +107% alla Melegnano-Martesana, +186% alla Nord Milano (che però ha numeri più piccoli), ma la consigliera avverteche una classifica sarebbe fuorviante. "Non c’è un monitoraggio vero di Regione - accusano i dem -, gli eventi potrebbero essere molti di più e alcune strutture potrebbero semplicemente segnalarli correttamente". Occorre comunque chiedersi "se ci sia un problema" al Salvini di Garbagnate, cento aggressioni l’anno scorso e altre 69 in cinque mesi, o al Niguarda, che ha registrato tre episodi "estremi" e otto "severi" in un anno e mezzo; e se è vero che il suo pronto soccorso fa un quinto degli accessi della città, è anche vero, sottolinea Rozza, che dei tre attacchi armati del 2021 uno è avvenuto nei servizi territoriali dell’Ats Milano. "Bisogna approfondire, sapere quali sono i reparti più a rischio e formare il personale; deve diventare una priorità dei direttori generali - attaccano i dem –. In un anno la Giunta ha solo nominato il tavolo tecnico per stendere le linee guida".

La replica arriva da Luca Bernardo, già candidato sindaco del centrodestra a Milano, ma anche primario di Pediatria al Fatebenefratelli. Che non nega l’aumento delle aggressioni, ma accusa il Pd di "scoprire il problema sicurezza" solo "ora in campagna elettorale, colpevolizzando la Regione Lombardia che per prima in Italia ha stanziato un milione e mezzo di euro per" installare circa 850 "dashcam e bodycam sulle ambulanze".

 

 

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