Medici e pediatri, manca personale Fino a 1.500 pazienti per dottore

In Lombardia numeri più alti della media nazionale. L’allarme: "Le zone periferiche restano scoperte"

MILANO

Carenza di personale sanitario, popolazione sempre più anziana con malattie croniche: così si va verso la desertificazione sanitaria, soprattutto nelle zone periferiche. Un fenomeno sempre più evidente anche in Lombardia dove (come nel resto d’Italia) soprattutto nelle aree interne ci sono interi territori in cui le persone hanno difficoltà ad accedere alle cure a causa, ad esempio, dei lunghi tempi di attesa, della scarsità di personale sanitario o delle ampie distanze dal punto di erogazione delle cure. A dare una connotazione al fenomeno è l’analisi di Cittadinanzattiva ‘Bisogni di salute nelle aree interne, tra desertificazione sanitaria e Pnrr’, in cui si evidenzia come proprio i fondi messi a disposizione dal Pnrr rischiano di non colmare il problema, visto che solo una piccola parte di case e ospedali di comunità sarà realizzato in queste zone: il 21% delle case di Comunità lombarde, il 30% degli ospedali (sopra la media nazionale è del 16-17%).

Elaborando i dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute relativi al 2020, Cittadinanzattiva evidenzia la carenza di personale soprattutto sul territorio, che porta al sovraffollamento negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri. Nelle prime 10 province italiane per numero più alto di bambini per pediatra, al secondo posto c’è Brescia (1.482); Bergamo (1.225), Pavia (1.130), Milano (1.083) sono sopra la media nazionale di 1.061 bambini (non sono disponibili i dati Lecco, Como, Lodi e Cremona). Per quanto riguarda i medici di medicina generale, nella top 10 ci sono Bergamo (1.517), Brescia (1.516), Milano (1.392), ma anche Pavia e Monza superano la media nazionale di 1.245. Tenendo presente le 39 province in cui gli squilibri tra professionisti e pazienti sono più marcati, la Lombardia ‘primeggia’ (insieme al Piemonte) con ben 6 province: Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi e Milano. Como, ad esempio, è tra le peggiori per rapporto tra cardiologi e farmacisti ospedalieri, con rispettivamente 19.953 persone (la media nazionale è di 6741), e 45.972 (la media è 26.182). La carenza di farmacisti ospedalieri si registra anche nella provincia di Lecco (55.826 persone).

"Mancano dati certi, aggiornati e facilmente reperibili sulla carenza di personale sanitario, e questo non agevola la programmazione degli interventi e la destinazione delle risorse – afferma Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva –. Le riforme previste anche dal Pnrr potranno avere gli effetti sperati se all’investimento sulle strutture si affiancherà un adeguato investimento sul personale. Allo stesso modo occorre dislocare gli spazi di salute rafforzando le aree deboli del Paese e tenendo conto della natura dei territori e non soltanto di una logica aritmetica che guarda esclusivamente al numero di abitanti".

Federica Pacella

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