Medici di base, ci pensa il Comune "Allestiamo noi un ambulatorio"

Emergenza a Pregnana: 2 dottori per una popolazione adulta di settemila persone. Il sindaco Bosani scrive ad Ats

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di Roberta Rampini

"Stiamo seriamente valutando l’ipotesi di allestire a spese del Comune un ambulatorio medico e poi di metterlo a bando a prezzo simbolico per un medico di Medicina Generale che volesse trasferirsi qui". Se Ats Milano Città Metropolitana non risolve il problema della carenza dei medici di base, ci pensa il Comune. Succede a Pregnana Milanese dove sono rimasti solo due medici (prima erano cinque) per una popolazione adulta di quasi 7mila abitanti.

L’ipotesi al vaglio dell’amministrazione comunale di centrosinistra non è una provocazione a chi dovrebbe gestire la sanità pubblica e garantire a tutti il diritto alla salute, ma l’extrema ratio dopo oltre di anno di lettere, mail, raccolte di firme da parte di un Comitato cittadino e poche settimane fa anche un presidio di protesta davanti all’ospedale di Rho. Di fronte al silenzio e soprattutto alla mancanza di soluzioni, nelle scorse ore il sindaco Angelo Bosani, ha inviato una lettera al direttore del Distretto Rhodense di Ats Milano Città Metropolitana, Maurizio Bersani in cui sollecita nuovamente un intervento e annuncia la volontà di sistemare un immobile comunale da adibire ad ambulatorio medico. Amareggiato ma non rassegnato il sindaco torna su quanto successo con la dottoressa Isabella Tomba alla quale Ats non ha confermato l’incarico (e non ha neppure individuato un sostituito) nonostante ci fossero le condizioni. E scrive, "devo dirle che ho trovato questa cosa molto frustrante perché in questo caso non parliamo di un medico che non c’è ma di un medico che c’è e voleva rimanere, che non ha potuto farlo solo perché le rigidità del sistema l’hanno costretta ad una scelta a mio parere assurda". E così i 1400 pazienti sono stati assegnati ad altri medici di Cornaredo o Settimo. "Sarebbe bastato che qualcuno forzasse le prassi ordinarie concedendo una deroga. È difficile pensare che questa forzatura possa diventare invece una strategia almeno nel medio periodo? - conclude Bosani -. Se nei prossimi tre anni non ci sarà nessuno che cambierà questo tipo di prassi, il problema grave che stiamo vivendo ci esploderà nelle mani".

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