Milano, paziente suicida: denunciati due medici

Chiesto il rinvio a giudizio: sottovalutarono la malattia del giovane

Il ragazzo  divenne  epilettico  dopo un incidente stradale

Il ragazzo divenne epilettico dopo un incidente stradale

Milano, 18 giugno 2019 - Rischiamo il processo, a seguito della richiesta di rinvio a giudizio, due medici, una psichiatra e un neurologo, che stando all’accusa sottovalutarono gravemente la depressione di un ragazzo di 35 anni. Il giovane poi si suicidò, impiccandosi, dopo aver chiesto più volte aiuto alle due dottoresse da cui era in cura.I genitori del ragazzo hanno denunciato i medici e raccontato la storia di loro figlio caduto in depressione dopo una incidente gravissimo in auto. Da quell’incidente il trentenne, dj famoso nell’ambinete milanese e non solo, proprietario di una etichetta discografica di vinili, non si era mai ripreso veramente. Dopo molti mesi trascorsi in ospedale, era uscito con una grave forma di epilessia post traumatica che aveva tentato di curare, ma che gli impediva spesso di svolgere una vita normale. Per questo motivo era caduto in una depressione fortissima.

L’epilessia era incompatibile con una vita da dj, la malattia lo limitava fortemente nelle serate e nel lavoro quotidiano, così piano piano il ragazzo aveva cominciato a isolarsi. La famiglia del giovane contesta oggi ai due medici di avere cambiato la cura senza aver mai monitorato adeguatamente gli esiti sul medio termine. I nuovi farmaci avrebbero avuto, stando alla denuncia, numerosi effetti collaterali sulla depressione. Ad aggravare il quadro le richieste di aiuto cadute nel vuoto. Il giovane avrebbe in più occasioni chiesto un confronto con le dottoresse, le avrebbe cercate al cellulare e sulla mail senza aver nessuna risposta. Le richieste di aiuto del giovane, senza esito, sono tutte documentate in un fasciscolo che è finito sul tavolo del pm Letizia Mocciaro. Le condizioni del ragazzo si sarebbero aggravate al punto da spingerlo a compiere un gesto estremo, si è poi impiccato all’interno del suo appartamento.

Ora le due dottoresse che lo avevano in cura da tempo rischiano di andare a processo perché per loro è stato chiesto il rinvio a giudizio nei giorni scorsi. Dovranno giustificare davanti ai giudici le loro omissioni. Dovranno spiegare che cosa ha motivato il silenzio di fronte alle richieste di aiuto di un loro paziente. Dovranno spiegare ancora per quale motivo hanno deciso di cambiare la cura e, sempre stando a quanto contestato dalla famiglia del dj, dovranno chiarire anche perché non hanno mai monitorato gli effetti dei farmaci su un paziente che aveva già avuto alterazioni patologiche della personalità. «I medici, si legge nelle carte, non approfondendo la storia anamnestica del paziente soggetto oltre che da un disturbo personologico anche da epilessia post traumatica, di fronte ai primi propositi suicidiari manifestatigli espressamente dal ragazzo e di fronte alle perplessità circa la modifica dei farmaci si erano limitate a suggerire una autonoma valutazione sulla possibilità di cambiare la posologia aumentando il dosaggio, ritenendo di non potendo far nulla aldilà delle proprie disponibilità ambulatoriali».

 

 

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