Mazzette alla Mensa dei Poveri: l’ex ras di Forza Italia "paga"

Via libera dal giudice: patteggia 4 anni e 10 mesi Nino Caianiello, uno dei principali imputati nell’inchiesta sul sistema che pilotava appalti e finanziamenti

Nino Caianiello e Alberto Bilardo

Nino Caianiello e Alberto Bilardo

Milano -  La storia giudiziaria di Nino Caianiello, l’ex coordinatore di Forza Italia, ritenuto dai pm il "burattinaio" del sistema di tangenti, appalti, nomine e finanziamenti illeciti in Lombardia, si chiude con il patteggiamento a una pena di 4 anni e 10 mesi. A dare il via libera alle istanze di applicazione della pena di Caianiello (difeso dal legale Tiberio Massironi), di Alberto Bilardo ex coordinatore azzurro a Gallarate (3 anni e mezzo) e di un’altra ventina di posizioni minori è stato il gup Natalia Imarisio al termine dell’udienza preliminare del procedimento ribattezzato “Mensa dei Poveri”. «Si è chiuso un ciclo processuale particolarmente faticoso e non semplice. Credo che alla fine sia uscito un accordo con la procura per una pena equilibrata", ha commentato l’avvocato di Caianiello, Massironi.

È stato invece disposto dal giudice il rinvio a giudizio per il deputato di Forza Italia Diego Sozzani, accusato due episodi di corruzione. Il parlamentare forzista entra quindi nel processo con rito ordinario, al via il prossimo 18 novembre, insieme agli 63 imputati, già mandati a giudizio lo scorso 15 luglio, tra cui gli esponenti di Forza Italia Lara Comi (ex europarlamentare), Pietro Tatarella (ex consigliere comunale di Milano) e Fabio Altitonante (consigliere regionale della Lombardia e sindaco di Montorio al Vomano nel Teramano).

La maxindagine nel maggio del 2019 provocò un terremoto nel centrodestra fra Milano e Varese: saltarono fuori dalle intercettazioni i pranzi al ristorante da Berti, per decidere incarichi, il bar di Varese in cui i politici si riunivano per parlare di appalti, giochi di potere e di politica lombarda. Dall’inchiesta uscì anche un nome di rilievo nella politica come quello della ex eurodeputata Lara Comi. "Sussistono validissimi elementi in fatto e documentali che comprovano l’insussistenza delle accuse contestate alla mia assistita – ha spiegato in una nota Giampiero Biancolella, avvocato dell’ex parlamentare di Forza Italia Lara Comi –. È già stata riconosciuta infondata l’accusa originariamente mossa di aver percepito illeciti finanziamenti quando era candidata alle elezioni europee". Per tutti quelli che hanno optato per il rito ordinario il dibattimento si aprirà il prossimo 18 novembre. A rappresentare l’accusa sarà il pm della Dda Silvia Bonardi.  

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