Commerciante ucciso ad Affori, un anno dopo l'assassino di Pozzi non ha ancora un volto

Maurizio Pozzi è stato trovato dalla moglie in un lago di sangue

Maurizio Pozzi, 69 anni, ucciso in casa

Maurizio Pozzi, 69 anni, ucciso in casa

Milano, 9 febbraio 2017 - La sera del 5 febbraio di un anno fa Maurizio Pozzi, commerciante di Affori, è stato trovato dalla moglie in un lago di sangue. Nella loro casa di via Gian Rinaldo Carli, in camera da letto, a terra. L’uomo, di 69 anni, è morto poco dopo all’ospedale Niguarda. E se in un primo momento si era ipotizzato che la tragedia fosse dovuta a una caduta accidentate, l’autopsia ha rivelato tutt’altro: i medici legali hanno riscontrato sette lesioni al cranio, provocate con tutta probabilità da un oggetto contundente. Nessun dubbio sul fatto che Pozzi sia stato ucciso. Ma da chi? Un caso che l’anno scorso ha tenuto banco per settimane. Supposizioni, ipotesi, sopralluoghi, interviste. Fiumi d’inchiostro, video-interviste. Riflettori sempre puntati nel quartiere. Ricostruzioni del tragitto dal negozio di scarpe e pelletteria in via Pellegrino Rossi (gestito con la moglie e la figlia) fino a casa. Ma oggi, a oltre un anno dalla morte, il caso-Pozzi resta un mistero. Gli inquirenti non hanno mai smesso di indagare, eppure il killer è ancora senza nome. Intanto la famiglia resta chiusa nel silenzio.

E sembra impossibile che un omicidio così feroce, circoscritto a un luogo molto piccolo e consumato in un tempo brevissimo, sia ancora irrisolto. Settecento metri tra il negozio e la casa di via Carli, 40 minuti scarsi tra il momento in cui l’anziano è uscito dal negozio e quello in cui la moglie lo ha trovato in camera da letto massacrato. Per assurdo, lei avrebbe potuto anche incrociare l’assassino sulle scale. Chi ha ucciso è stato abilissimo: l’oggetto con cui sarebbero stati inferti i colpi non è mai stato trovato. E poi, quando gli investigatori hanno analizzato il luogo del delitto (l’uomo era in uno spazio angusto, incastrato tra il letto e l’armadio) non c’erano macchie di sangue in altri punti che non fossero quelli intorno al corpo di Pozzi. Che lo spazio sia stato ripulito? In pochissimo tempo? Il killer si sarebbe dovuto sporcare parecchio, eppure non ha lasciato tracce. Per gli investigatori l’assassino aspettava Pozzi già in casa, oppure lo ha seguito e si è fatto aprire la porta subito dopo, in ogni caso lo conosceva bene. Ma ancora oggi, a più di un anno di distanza, è senza nome. 

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