Caso Maugeri, attesa la Cassazione: Formigoni rischia il carcere

Si torna in aula giovedì 21 febbraio

Roberto Formigoni

Roberto Formigoni

Milano, 19 febbraio 2019 - Giovedì 21 febbraio, il caso Maugeri approda in Cassazione. Lo scorso settembre, in appello a Milano ha portato alla condanna a 7 anni e mezzo di reclusione per Roberto Formigoni, per quasi vent'anni presidente della Regione Lombardia e accusato di corruzione. Stando ai calcoli degli uffici giudiziari milanesi, una 'piccola'parte delle imputazioni, e in particolare quella che riguarda il capitolo San Raffaele, risulta prescritta. In caso di condanna della Suprema Corte, seppur con la modifica al ribasso della pena per la prescrizione, l'ex Governatore rischia di finire in carcere, anche sulla base della recente legge anticorruzione. Nelle motivazioni della condanna i giudici d'appello avevano spiegato che Formigoni ha meritato la pena massima prevista per essere stato corrotto anche con vacanze a "spese altrui", perché i fatti hanno "profili di gravità, oggettivi e soggettivi".

Tra gli imputati anche l'imprenditore Carlo Farina e l'ex direttore amministrativo della Fondazione Maugeri Costantino Passerino.  Se la Suprema Corte, però, dovesse annullare con rinvio la sentenza dello scorso 19 settembre per un nuovo giudizio d'appello, anche le restanti imputazioni per Formigoni, ossia quelle principali del processo e che riguardano la Fondazione Maugeri, potrebbero cadere in prescrizione (il termine, infatti, è a luglio prossimo), prima che si arrivi ad una nuova decisione in terzo grado. Nel caso in cui, invece, la Cassazione decida di confermare la condanna, soltanto prendendo atto dell'intervenuta prescrizione per il capitolo San Raffaele, potrebbe direttamente limare la pena al ribasso, senza rimandare gli atti ad un nuovo appello. Nel caso di condanna Formigoni (nel suo pool difensivo è entrato di recente anche il professor Franco Coppi) rischia di finire in carcere, anche perché la nuova legge anticorruzione, ossia la cosiddetta 'spazzacorrotti', ha previsto una stretta nelle possibilità di richiedere misure alternative al carcere (tra cui rientra anche la detenzione domiciliare per gli ultrasettantenni come Formigoni, che ha 71 anni) per i condannati per reati contro la pubblica amministrazione.

Stando alle indagini dei pm milanesi Laura Pedio e Antonio Pastore, dalle casse della Fondazione Maugeri, polo sanitario pavese, sarebbero usciti, tra il 1997 e il 2011, 61 milioni di euro e dalle casse del San Raffaele, tra il 2005 e il 2006, altri 9 milioni. Soldi che sarebbero confluiti sui conti e sulle società del faccendiere Pierangelo Daccò e dell'ex assessore lombardo Antonio Simone (hanno patteggiato entrambi), presunti collettori delle tangenti, i quali avrebbero garantito milioni di euro (per i giudici oltre 6,6 milioni) in benefit di lusso, tra cui l'uso di yacht e il pagamento di vacanze, a Formigoni. E il politico in cambio avrebbe favorito la Maugeri e il San Raffaele con atti di Giunta, garantendo rimborsi indebiti per prestazioni sanitarie (circa 200 milioni per la sola Maugeri). In appello sono stati condannati anche a 7 anni e 7 mesi Passerino e a 3 anni e 4 mesi Farina.

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