PIERO DEGLI ANTONI
Cronaca

Massimo Boldi sul ballottaggio: "Alla città servirebbe un bel sindaco cinese"

L'intervista al comico, che si scopre "grillino" dell'ultima ora

Massimo Boldi

Milano, 9 giugno 2016 - Massimo Boldi, 70 anni, comico proveniente dallo storico Derby, protagonista con Christian De Sica di una serie infinita di cinepanettoni, animatore di decine di trasmissioni televisive, esempio mirabile di quella comicità milanese fatta anche di battute surreali e bizzarre, negli ultimi 20 anni è sempre stato indicato vicino a Forza Italia e soprattutto al suo presidente Silvio Berlusconi. Prima di allora, era stato amico di Bettino Craxi e candidato nella circoscrizione Como-Sondrio-Varese, ma arrivò sesto e non venne eletto. Massimo Boldi, negli schedari giornalistici lei è registrato come simpatizzante di centro-destra... "Sì, lo sono stato per molti anni". E adesso? Chi voterà al ballottaggio? "Non sono residente a Milano, ma in provincia, quindi non voterò. Ma se dovessi votare, non voterei né Parisi né Sala". Allora voterebbe i 5 Stelle? "Forse sì. Anche se il movimento è molto diverso tra Milano, Roma, la Sicilia. Certo è che bisogna cambiare: sono arrivate delle situazioni paradossali che fanno ridere e piangere allo stesso tempo". Se l’aspettava un distacco così minimo tra Parisi e Sala? "Credo sia dovuto all’assenteismo. Le nuove generazioni vogliono cambiare qualcosa, si aspettano una svolta epocale. Sono cresciuti e ragionano a modo loro, si sono stancati delle vecchie politiche. Sperano nella novità anche nelle realtà locali. Purtroppo il Paese è troppo diviso: il Nord pensa solo al Nord, il Centro al Centro, la Toscana alla Toscana, la Sardegna lo stesso. In giro c’è voglia di cambiamento. Quello che tiene ancora in piedi i vecchi partiti sono le generazioni come la mia, che pensano sia giusto votare così, ed è comprensibile pure questo. Ma il ragionamento non vale per me, io sono più avanti". Come vede la situazione a Milano? "Milano e Roma con Napoli sono le città più fragili e più difficili. Milano è importante, la capitale dell’industria e del commercio, è ora che qualcosa si muova, o mia bela madunina non c’è più". Milano è in declino? "Penso proprio di no. Su Internet c’è una mia intervista di 6 mesi fa in cui mi chiedono cosa mi manca, e io rispondo: fare il sindaco a Milano. Per ora c’è riuscito Grillo, che ha fondato un partito. Ma penso davvero che un personaggio pubblico conosciuto e amato potrebbe farcela. Anche se, una volta eletto, forse non saprebbe dove mettere le mani. Ma neanche gli altri, mi sembra..." Qual è il presente e il futuro di Berlusconi, secondo lei? "Innanzitutto spero che torni a casa il più presto possibile. Penso che tutta la campagna delle amministrative l’abbia stancato, in fondo è un uomo di 80 anni. Che venda pure il Milan ai cinesi, l’importante è che il Milan ricominci a vincere". Gli arabi hanno comprato i nuovi grattacieli, i cinesi l’Inter e tra poco pure il Milan. Milano non è più dei milanesi? "Sa che mi ha fatto venire un’idea? Ci vorrebbe un sindaco cinese, tanto ormai quelli di seconda generazione parlano il milanese meglio di quelli di Abbiategrasso. Sa come potrebbe chiamarsi? Ven Chi Che Ciulum!".