Scuola e Covid, su la mascherina anche al banco: nuovi obblighi e bimbi super prudenti

Regole più stringenti anche elementari, ma la maggioranza degli alunni la tiene già anche senza diktat. I presidi: "Più difficile alle medie e con i genitori"

Bambini con la mascherina al banco di scuola

Bambini con la mascherina al banco di scuola

Milano, 30 ottobre 2020 - In alcune scuole l’obbligo è stato messo nero su bianco questa settimana o è stato diramato attraverso le chat dei genitori: «Visto l’aggravarsi della situazione, i bambini dovranno tenere la mascherina anche al banco». Succede per esempio alle elementari del comprensivo Thouar Gonzaga, alle medie Quintino Di Vona e dalla prossima settimana arriverà una circolare ad hoc anche alla Console Marcello. Ma, anche se non è precisato nei protocolli previsti dal Cts e «non c’è una direttiva centralizzata da parte di Ats», precisano dall’Agenzia della Città metropolitana, la stragrande maggioranza dei bimbi la tiene già su. Su richiesta dei docenti - in qualche caso - ma anche di loro iniziativa. Più prudenti dei compagni delle medie e spesso anche più consapevoli dei genitori.

«Sono stupito dal senso di responsabilità dei bambini delle primarie - conferma Giorgio Galanti, dall’istituto comprensivo Trilussa -. Noi non abbiamo previsto “obblighi” specifici, una volta al banco potrebbero toglierla essendoci le distanze, ma la maggioranza di loro preferisce tenerla. Spesso lo chiedono alcune insegnanti o le stesse famiglie, per precauzione. E loro sono estremamente rispettosi. Alle medie purtroppo salta tutto, c’è meno obbedienza e senso di responsabilità. Un limbo educativo». Lì i richiami si fanno più stringenti. «E ogni tanto sono i genitori a essere meno prudenti rispetto ai bambini - ricorda Galanti -, spesso non segnalano prontamente il tampone positivo del figlio, capita di scoprirlo da chat o tramite una mamma che lo ha saputo per vie traverse. E così ci mettono in difficoltà: serve più responsabilità per poter agire di conseguenza, isolando le classi per contenere il contagio e permettere alle scuole di restare aperte». Un paio le classi in quarantena alle primarie del comprensivo di Quarto Oggiaro, tre alle medie. 

«Se si rispettano le regole la scuola è il posto più sicuro che ci sia - sottolinea Antonella Caleffi, preside del comprensivo Perasso e reggente alla Quintino Di Vona -. I bambini alle elementari possono abbassare la mascherina quando sono al banco perché ci sono tutte le distanze, la tengono quando si spostano. Per i bimbi può essere complicato tenerla tutto il giorno. Alle medie ho invitato i docenti e possibilmente gli studenti a tenerla tutto il tempo per evitare il contagio». In caso di positivi scatta l’indagine e si verificano proprio distanze e mascherine. «Se le regole sono rispettate si evitano quarantene, si valuta sempre caso per caso - ricorda Caleffi -. I bambini sono molto attenti».

Dispencer di igienizzante ad ogni angolo, è ormai diventato un automatismo pulirsi di continuo le mani. Sei i casi positivi in tutta la scuola da settembre. «I contagi spesso arrivavano da attività extra o in famiglia. La scuola è un luogo protetto». Che però non deve essere lasciato solo: l’appello dei presidi che stanno facendo le acrobazie per tenere le classi aperte. «È una situazione davvero complicata - confessa la preside della Console Marcello Anna Rita D’auria -. In mancanza di indicazioni tempestive ora siamo io, il referente Covid e i miei collaboratori a dover decidere se la classe debba o meno fare quarantena e quando farla rientrare. In tutto questo mancano ancora sei supplenti oltre ai docenti e ai collaboratori scolastici dell’organico Covid». 

Cinque le classi isolate finora. Obiettivo salvare le lezioni in presenza. «Abbiamo deciso di inserire l’obbligo di mantenere la mascherina al banco, lo scriverò in una circolare la prossima settimana - continua -. Anche se già il 95% dei bambini la tiene. È vero, c’è grande responsabilità. Ma c’è da interrogarsi. Forse è troppa per la loro età. Hanno interiorizzato le regole ma anche la paura. C’è quasi un’eccessiva disciplina: sul fronte sanitario è un’ottima cosa, ma mi interrogo, da educatrice, sui risvolti sul lungo periodo».  

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