Coppia dell'acido, è nato il figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher. Subito portato via alla madre

Achille è un maschietto di quasi quattro chili ed è venuto alla luce con parto cesareo. Il piccolo, subito dopo il parto, è stato sottratto alla madre, che non ha potuto nemmeno vederlo. Ora spetta al Tribunale dei Minori decidere il futuro migliore per lui di Benedetta Dalla Rovere

Martina Levato (Fotogramma)

Martina Levato (Fotogramma)

Milano, 15 agosto 2015 -  Pochi minuti per guardare da lontano il volto del piccolo Achille, dopo un travaglio durato quasi 12 ore e il parto con taglio cesareo. Poi Martina Levato, il suo piccolo non lo ha potuto più né vedere né abbracciare. Sono stati questi i primi istanti di vita del bambino della 23enne bocconiana, condannata insieme al compagno Alexander Boettcher a 14 anni di reclusione per aver colpito con l’acido l’ex compagno di liceo Pietro Barbini.

Eseguendo un provvedimento d’urgenza emesso dal pm dei minori Annamaria Fiorillo, medici e infermieri della clinica Mangiagalli hanno infatti immediatamente portato  via il bimbo  nella nursery, senza dargli la possibilità di trascorrere i primi attimi tra le braccia della mamma. Qualcosa di strano? No, perché questa soluzione, drammatica dal punto di vista umano, è tuttavia prevista dalla legge, per dare la possibilità ai giudici del Tribunale dei minori, che non si riuniranno prima di lunedì per la pausa ferragostana, di decidere liberamente sul futuro del piccolo.

Tre sono le possibili soluzioni. La prima: proprio come aveva deciso il gip Claudio Castelli, su richiesta del pm Marcello Musso, il bimbo potrebbe restare con Martina all’interno dell’Icam, la struttura a “custodia attenuata” di via Macedonio Melloni destinata da ospitare le detenute con figli fino a 6 anni di età. La seconda opzione, invece, sarebbe quella dell’affidamento del piccolo ai nonni, che hanno già dato disponibilità ad accoglierlo e a crescerlo. Infine, la terza soluzione, che è anche la più drastica, prevedrebbe al contrario che il piccolo venga affidato ad un’altra famiglia, in vista di una futura adozione. Proprio in quest’ottica pare muoversi la decisione di allontanare immediatamente il piccolo dalla mamma e dai nonni, in attesa che i giudici si pronuncino sul suo destino.

di Benedetta Dalla Rovere

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