Coppia dell'acido, pm Musso in clinica con un regalo per il figlio di Martina e Alexander

Il pm dei Minori, Annamaria Fiorillo, ha depositato ieri un ricorso per chiedere che il piccolo venga dato in adozione a una famiglia estranea. Il neonato, appena venuto al mondo, infatti, è stato allontanato dalla mamma con un provvedimento d’urgenza. L'avvocato della giovane: "E' disperata, non ha mai visto suo figlio"

 Alexander Boettcher e Martina Levato condannati per aggressione con acido (Ansa)

Alexander Boettcher e Martina Levato condannati per aggressione con acido (Ansa)

Milano, 17 agosto 2015 - Il pm di Milano Marcello Musso, titolare delle indagini sulle aggressioni con l'acido, si è recatalla clinica Mangiagalli nel capoluogo lombardo per andare a trovare il bimbo di Martina Levato e Alexander Boettcher, nato nella notte tra venerdì e sabato scorso. "La visita è stato un atto umano e di solidarieta'. Il bambino e' bellissimo", ha commentato Musso. Il pubblico ministero ha consegnato alle puericultrici un pacchetto contenente delle babbucce bianche e accompagnato da un biglietto ("Con infinita tenerezza per un lungo cammino"). "Preciso che il regalo è stato dato alle puericultrici - ha sottolineato il pm - e non a Martina Levato e neppure ai nonni. Il magistrato ha anche riferito di avere incontrato il direttore generale della Mangiagalli, il professore Luigi Fedele, il quale gli ha fatto "i complimenti" per avere affidato la partoriente a quella che "tutti sanno essere la struttura migliore per la neonatologia". Inoltre, il pm ha detto di avere "parlato a lungo con il pm del Tribunale dei minori, Annamaria Fiorillo, "dalla quale ho ricevuto il consenso nel senso tecnico della parola". "Senza il suo consenso, non sarei andato". Sempre il magistrato ha spiegato che è in corso il riconoscimento del bimbo.

IL FUTURO DEL NEONATO - Entro questa settimana la decisione del Tribunale dei Minorenni di Milano sul destino del bambino di Martina Levato e Alexander Boettcher, accusati di aver compiuto tre aggressioni con l'acido e già condannati (14 anni di carcere ciascuno) per quella del 28 dicembre scorso quando a venire sfigurato fu Pietro Barbini, ex "fiamma" della bocconiana ai tempi dei liceo. Il piccolo è venuto alla luce poco dopo la mezzanotte del 15 agosto scorso. Appena nato, è stato immediatamente sottratto alla madre che, per disposizione del magistrato, non ha potuto riconoscerlo e nemmeno allattarlo. Ieri l'ennesima doccia fredda per Martina: il pm dei Minori di turno a Ferragosto (giorno della nascita del picolo), Annamaria Fiorillo, ha depositato un ricorso per chiedere che il piccolo venga dato in adozione a una famiglia estranea. L'atto, focalizzato in particolare sulla "totale e irreversibile incapacità e inadeguatezza del padre e della madre a svolgere funzioni genitoriali", ha di fatto dato il via all'iter della giustizia minorile: ora i giudici di Via Leopardi fisseranno un'udienza in tempi brevissimi per decidere se lasciare il piccolo a Martina, affidarlo ai nonni oppure avviare le procedure per l'adozione a una famiglia estraneaBisognerà aspettare i prossimi giorni per capire qual'è l'orientamento del Tribunale dei Minori che potrebbe anche accogliere la richiesta dell'avvocato Laura Cossar, legale che rappresenta la famiglia Levato, che chiederà di lasciare il piccolo insieme alla madre oppure di affidarlo nonni materni.

IL PM FIORILLO - "Qualsiasi scelta in una caso del genere fa male, ma le cose sarebbero potute andare anche peggio se il bambino avesse avuto dei contatti con la madre dopo il parto, creando così delle aspettative e generando una maggiore sofferenza non solo per il bambino, ma anche per gli adulti coinvolti in questa vicenda". Così il pm del tribunale dei minori di Milano, Anna Maria Fiorillo, spiega la scelta di chiedere l'adottabilità del figlio dato alla luce da Martina Levato, la studentessa condannata per l'aggressione con l'acido ai danni di Pietro Barbini. "La mia è stata una scelta di prudenza per impedire che si creassero delle aspettative non solo nel bambino ma anche negli adulti", sono le sue parole.

NUOVO PROCESSO, STRADA IN SALITA - Almeno a voler prendere in considerazione i precedenti, la strada della "coppia diabolica" si preannuncia tutta in salita. Nei giorni scorsi, Alex aveva chiesto di poter essere presente al parto, ma la sua richiesta è stata respinta così come è stata bocciata quella di Martina di poter andare agli arresti domiciliari insieme al suo bambino. Ma, al momento di emettere un verdetto, il Tribunale dei Minorenni terrà conto anche del nuovo processo che Martina e Alex dovranno affrontare insieme al presunto complice Andrea Magnani per altre due aggressioni con l'acido: quella del 2 novembre scorso, quando lo studente Stefano Savi fu colpito per uno scambio di persona, e l'agguato del 15 novembre, non riuscito perchè la vittima, il fotografo Giuliano Carparelli, riscì a ripararsi con un ombrello dal liquido corrosivo che gli era stato scagliato addosso. L'accusa, questa volta, è di associazione a delinquere e potrebbe costare alla "coppia diabolica" una nuova, pesante condanna.

MARTINA DISPERATA - "Martina Levato è disperata, distrutta e non ha visto suo figlio neanche per un secondo dopo il parto". A riferirlo è l'avvocato della studentessa universitaria condannata per l'aggressione con l'acido ai danni di Pietro Bardini. Il legale si trova alla clinica Mangiagalli dove e' ancora ricoverata la ragazza che ha dato alla luce il figlio il giorno di Ferragosto col parto cesareo. "Dopo il cesareo, Martina dormiva e non ha potuto veder il figlio neanche per un secondo - sono le parole del difensore - situazioni analoghe le ho viste con partorienti tossicodipendenti o alcoliste, ma questo e' un altro caso".  Il legale ha aggiunto che la sua assistita potrebbe essere mandata temporaneamente all'Icam, la struttura che ospita le madri detenute, oppure il Tribunale del riesame potrebbe prendere un provvedimento definitivo sulle sue sorti e su quelle del bambino. La decisione del Tribunale dei minorenni potrebbe arrivare già martedì. Nel frattempo, in attesa della pronuncia del Tribunale dei Minori, è già scoppiata la polemica: per l'avvocato Cossar, la decisione del magistrato di sottrarre il neonato dalla madre è stato "un atto violento e brutale". Sulla stessa lunghezza d'onda il commento dell'Unione delle Camere Penali che ha parlato di "rapimento" e di "una vergogna di Stato". Ancor più duri i nonni: "Poteva essere una rinascita - sono state le parole di Vincenzo Levato, padre di Martina - invece è una credeltà atroce".

RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO - Martina Levato ha riconosciuto oggi il figlio che ha dato alla luce a Ferragosto. Il riconoscimento è avvenuto alla clinica Mangiagalli di Milano dove la ragazza ha partorito. Stando a quanto spiegano fonti giudiziarie, non e' necessario che Martina abbia visto il figlio per effettuare il riconoscimento. La conseguenza di questo atto, che puo' avvenire anche soltanto con la compilazione di un modulo, è che da questo momento i nonni materni possono intervenire nel procedimento di adottabilità del bambino che si è aperto ieri su disposizione del pm dei minori Anna Maria Fiorillo. Nei prossimi giorni, anche il padre del bambino, Alexander Boettcher, anch'egli condannato per l'aggressione ai danni di Pietro Barbini, dovrebbe effettuare il riconoscimento e così potrebbero 'entrare in gioco' per il futuro del bambino anche i nonni paterni.

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