Contratti Expo, pg: "Condannare Maroni a 2 anni e 6 mesi". La sentenza slitta a novembre

L'ex governatore lombardo è accusato di 'turbata liberta' del contraente' e 'induzione indebita'. E lui si difende: "Mai violato la legge"

Roberto Maroni (Newpress)

Roberto Maroni (Newpress)

Milano, 14 ottobre 2019 - Slitta all'8 di novembre la sentenza del processo d'appello a carico dell'ex governatore lombardo Roberto Maroni, condannato in primo grado a un anno di reclusione (con pena sospesa) e a pagare 450mila euro di multa per aver favorito, secondo l'accusa, due ex collaboratrici dei tempi del Viminale e averle aiutate a trovare un lavoro in Expo e nella controllata di Regione Lombardia Eupolis.

Il sostituto Pg Vicenzo Calia, al termine di una lunga requisitoria, ha chiesto di condannare Maroni, presente in aula, a 2 anni e 6 mesi di reclusione. In particolare, il pg ha sottolineato come ci siano "numerose" intercettazioni che a suo dire "non lasciano dubbi" sul ruolo di Maroni, che è finito a processo per induzione indebita per aver aiutato Maria Grazia Paturzo a trovare un impiego a Expo - reato dal quale è stato assolto - e per turbata libertà della scelta contraente per l'affidamento di un incarico in Eupolis, ente di ricerca della Regione, all'altra ex collaboratrice dei tempi del Viminale, Mara Carluccio. L'incarico per la pubblica accusa è "confezionato ad hoc sul curriculum" della Carluccio, "come dimostrano i numerosi indizi raccolti", in tal senso ciò determina "un danno" per la pubblica amministrazione dato che andava fatta una gara pubblica. Di diverso avviso il difensore di Maroni, l'avvocato Domenico Aiello, che ha sottolineato come invece Maroni non avesse alcun "movente per agire".

"Non ho mai imposto a nessuno di assumere Mara Carluccio", ha detto l'ex presidente Maroni nel corso delle dichiarazioni spontanee rese al processo.  "Nella mia lunga attività politica non ho mai preteso nè imposto niente a nessuno - ha spiegato -  in questo caso non ho mai preteso nè imposto di assumere Mara Carluccio, nè ho mai preteso da nessuno di violare norma legge o regolamenti per mio conto, figuriamoci una norma penale.  Non ho mai telefonato a Brugnoli (ex dg di Eupolis, ndr) nè per sponsorizzare Carluccio nè per altri motivi, neanche per interposta persona". Maroni ha chiarito che riteneva Carluccio "la persona giusta" per l'incarico essendo "competente e preparata nel settore della sicurezza. Aveva organizzato eventi internazionali molto importanti e possiede da anni il Pos, il nulla osta per la sicurezza".

Oltre a Roberto Maroni, anche un altro imputato, Giacomo Ciriello, all'epoca dei fatti capo della segreteria del numero uno della Regione, ha preso la parola: "Non ho mai seguito la vicenda Carluccio, contro di me non e' stato trovato nulla".  In primo grado, Ciriello era stato condannato a un anno di carcere per presunte irregolarita' nell'incarico assegnato a Carluccio nell'ente regionale Eupolis. "Vi chiedo di risentire la mia telefonata con lei - ha affermato Ciriello - perche' non nasce dalla sua esigenza di un rapporto di lavoro, ma perche' seguivo il progetto di Expo in giro per il mondo. Verso la fine della telefonata, faccio un accenno a Carluccio per sapere come era messa, ma ero completamente all'oscuro della vicenda Eupolis. Mi sono stati sequestrati i cellulari, mi e' stato perquisito l'ufficio e non e' emerso nulla che riguardasse questa vicenda. Non ho mai contravvenuto nessuna legge". 

All'udienza di oggi erano presenti anche i coimputati Andrea Gibelli, ex segretario generale della Regione Lombardia (10 mesi, 20 giorni e 300 euro di multa) e una delle sue ex collaboratrici, Mara Carluccio (6 mesi e 200 euro di multa).

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