Il sindaco Sala teste contro Maroni: "Dissi no a quel viaggio a Tokyo"

Al presidente premeva avere Maria Grazia Paturzo nella delegazione

Giuseppe Sala in aula

Giuseppe Sala in aula

Milano, 3 febbraio 2017 - Ma Beppe Sala, all’epoca commissario Expo, era «allineato» o no all’idea del presidente della Lombardia Roberto Maroni di far volare a Tokyo con la delegazione del Pirellone anche la manager Maria Grazia Paturzo?

Secondo il dg di Expo Christian Malangone, che sul tema scrisse un sms al capo della segreteria di Maroni, Giacomo Ciriello, Sala era «allineato». «Allineato? Malangone intendeva dire informato», assicura il sindaco, sentito ieri come teste al processo a carico del presidente lombardo accusato di pressioni indebite per far ottenere un contratto e il viaggio a Tokyo rispettivamente a Mara Carluccio e a Maria Grazia Paturzo, due sue ex collaboratrici al Viminale.

Del resto, Sala ha spiegato di aver assunto Paturzo a Expo solo perché Maroni si era impegnato a lanciare con la Regione il World Expo Tour (Wet) per promuovere l’Esposizione Universale in giro per il mondo. «Non ho letto il contratto di Paturzo se non dopo la notizia dell’indagine, ma sapevo che il suo ruolo riguardava la gestione del World Expo Tour», ha ripetuto il sindaco. Sala, insomma, era fin dall’inizio contrario all’idea che Paturzo volasse in Giappone a spese (salate) di Expo, perché quella missione non c’entrava nulla con il Wet ma era stata organizzata dall’ambasciata italiana a Tokio. Era contrario ma non disse un no secco, perché sperava che a Palazzo Lombardia capissero da soli che non era il caso di insistere...

Il sindaco ammette di aver avuto bene in mente «che stesse per nascere un attrito con il socio Regione. Siccome Malangone - continua - mi aveva precisato che riceveva telefonate e inviti da Ciriello, la mia idea era di spingere Ciriello a rinunciare». E in effetti poi Maroni annullò il viaggio a Tokyo e andò a promuovere Expo a Berna, spedendo in Giappone l’allora numero due della giunta Mario Mantovani.

L’avvocato Domenico Aiello, difensore di Maroni, gli contesta che la delibera regionale che dava il via libera al World Expo Tour era di otto mesi successiva all’assunzione di Paturzo. Ma il sindaco non fa una piega. «Noi - ha ripetuto - le abbiamo dato l’incarico temporaneo perché la Regione ci aveva assicurato la realizzazione del Wet». Sala dovrà tornare la prossima udienza a concludere la testimonianza. Del resto, prima di entrare aula ai giornalisti che gli chiedono dell’inchiesta sulla “Piastra Expo” in cui è indagato, regala una battuta: «Rischio di diventare un habituè del tribunale. Aspetto che mi chiamino».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro