Addio Roberto Maroni, se ne va il barbaro sognante: alleati e avversari piangono un amico

Il cordoglio per l’ex ministro e governatore attraversa gli schieramenti di ieri e di oggi .Il presidente della Regione: nel cuore ha avuto i lombardi

Milano - Il minuto di silenzio al Pirellone, l’applauso dell’assemblea dell’Anci a Bergamo. A Palazzo Lombardia, dove Roberto Maroni fu il secondo governatore-inquilino, il successore Attilio Fontana, varesino, avvocato e leghista come lui piange "un amico col quale ho condiviso gran parte della mia vita politica". E partite di pallone e giornate in tribunale, oltre alla militanza con "una persona che è stata un riferimento. Nel cuore ha sempre avuto i lombardi e la Lombardia".

A Palazzo Marino, anche il sindaco di centrosinistra Beppe Sala ricorda chi "per me è stato soprattutto un amico. Ci siamo consultati, confidati, a volte sfidati". In questa distanza, che vale più di quel paio di chilometri in linea d’aria tra la Regione e il Municipio, si misura il segno anche molto personale lasciato in questo mondo dal "barbaro sognante" della Lega, morto a 67 anni per colpa di un tumore. Roberto Formigoni, che il grattacielo l’aveva costruito pensando d’occuparlo qualche anno in più prima di passarglielo, dice che è stato "un politico di primissimo rango". Giuliano Pisapia, l’ex sindaco che strappò Milano al centrodestra, che "pur nelle differenze politiche ne ho apprezzato la volontà di collaborazione e il tratto personale".

Il primo a commemorare l’ex leader del Carroccio è il suo successore, il vicepremier Matteo Salvini: "Grande segretario, super ministro, ottimo governatore, leghista sempre e per sempre. Buon vento Roberto". Derubrica a dialettica "in famiglia" le critiche di Maroni alla sua gestione, gli dedica "l’avvio della riforma delle pensioni", e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ricorda con le lacrime agli occhi che "c’è qualcosa di lui in questa manovra", il bonus del 10% per chi resta al lavoro.

Nella Lega lo ricordano i vicinissimi e i salviniani, gli ex leghisti della prima ora come Roberto Castelli e l’ultimo mohicano del nucleo originario, il ministro Roberto Calderoli ("Con lui se ne va un pezzo della mia vita, della mia storia, e penso anche al destino"). Da Roma il Presidente della Repubblica scrive alla famiglia e il premier Giorgia Meloni ricorda, anche lei, "un amico, un politico intelligente e capace, un uomo che ha servito le istituzioni con buonsenso e concretezza". Lo ricordano l’altro vice, il forzista Antonio Tajani, e i ministri ma anche chi era stato con Maroni in altri governi: "Un protagonista della Seconda Repubblica", osserva Gianfranco Fini.

Una "persona competente e preparata", dice Letizia Moratti, oggi candidata col Terzo polo in Lombardia; "la sua mancanza ci colpisce nel profondo", aggiunge il presidente del Senato Ignazio La Russa. Silvio Berlusconi, che quei governi li guidò tutti e quattro: "Mancheranno la sua lucidità e la sua visione, il suo incommensurabile attaccamento alla Lombardia ed al Nord produttivo".

Altrettante voci arrivano dall’opposizione, e uno dei primi messaggi lo firma, "a nome di tutte le democratiche e i democratici lombardi", Vinicio Peluffo, segretario del Pd, e il candidato del centrosinistra alla Regione Pierfrancesco Majorino commemora "un avversario politico tenace e sempre leale" e una "persona seria e perbene". Usano lo stesso aggettivo ("perbene") il ministro FdI Francesco Lollobrigida e il deputato verderosso Angelo Bonelli. "Tanti ricordi e tanti confronti. Sempre pieni di rispetto e di sostanza", ricorda il segretario dem Enrico Letta. "Ciao Bobo, è stato bello conoscerti, incrociare il tuo sorriso", twitta Matteo Renzi, e Carlo Calenda gli tributa d’esser stato "un vero uomo di Stato".

E ancora deputati e senatori, governatori leghisti (Zaia, Fedriga), alleati ("Se avremo l’autonomia, tanto merito sarà tuo", dice Giovanni Toti), avversari, compreso il campano De Luca. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, vicino a Salvini, e la predecessora Luciana Lamorgese, avversata da Salvini e stimata da Maroni. L’ufficialità del messaggio del leader dei 5 Stelle Conte e quello più personale del coordinatore lombardo Dario Violi: "Se ne va un grande avversario, un politico impegnato, mai banale e che ha servito le istituzioni con impegno e dedizione. La distanza che ha sempre contraddistinto le nostre posizioni politiche oggi si annulla nell’abbraccio alla famiglia dell’ex governatore".

 

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