"Ho ucciso io Marilena, anzi no". Confessioni e depistaggi di Clericò

Garbagnate, l’omicidio della promoter. La difesa: mente confusa

Marilena Re

Marilena Re

Garbagnate Milanese, 14 novembre 2017 - Uccisa, colpita più volte alla testa e decapitata, i suoi resti sepolti in un orto e il cranio gettato in un campo. A distanza di circa tre mesi e mezzo, la morte della promoter varesina Marilena Rosa Re è ancora avvolta nel mistero.

In carceredall’11 settembre, con l’accusa di averla aggredita a morte, c’è Vito Clericò, ex magazziniere di supermercato di Garbagnate Milanese, che per qualche migliaia di euro avuti in prestito dalla vittima e mai restituiti l’avrebbe giustiziata e sepolta nel suo orto di via Volta a Garbagnate, dopo una lite. Poco chiara ancora oggi la posizione di sua moglie, Alba De Rosa, indagata a piede libero per concorso in sequestro di persona con il marito. In questi giorni scade il termine per il deposito della relazione medico legale disposta dagli inquirenti sui resti umani rinvenuti nell’orto di Clericò e quelli del cranio ritrovato in un campo alla periferia di un comune del Milanese, infilato in un sacco e ricoperto di calce. Che appartengano alla stessa persona è un dato di fatto, come ha reso noto la Procura di Busto Arsizio: gli inquirenti sono certi si tratti di lei ma, come da manuale, a mettere fine alla questione sarà l’esito del Dna. «Attendiamo con ansia questi risultati per poter finalmente mettere un punto fermo alla vicenda» ha dichiarato l’avvocato Franco Rovetto, difensore di Clericò. Non è escluso, però, che gli esperti di medicina legale chiedano una proroga per presentare la loro relazione.

A portare i carabinieri nell’orto di Garbagnate Milanese è stato lo stesso Clericò: aveva ammesso il delitto, prima di rendersi protagonista di una serie di cambi versione che, al momento, non hanno destato l’interesse degli inquirenti. «Ha parlato nuovamente della presenza di un altro uomo e ribadito la sua innocenza - ha aggiunto l’avvocato Rovetto - ripete di non averla uccisa lui. Dobbiamo capire se si tratta di dichiarazioni con fondamento o dei pensieri di una mente confusa». Del misterioso uomo «grosso, con fare da mafioso», l’indagato aveva già parlato, dopo aver rinnegato le sue prime dichiarazioni nelle quali aveva invece spiegato di aver ucciso Re e di averla decapitata. «Abbiamo nuovamente presentato istanza per essere sentiti - ha proseguito il legale - attendiamo che la magistratura ci risponda, ci aspettiamo una convocazione la prossima settimana».

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