Dagli ampli Marshall al basso di Sting: "Cerco casa per la mia collezione rock"

Il sogno di Mariano Freschi: creare un luogo vivo dove ci sia spazio per suonare e conquistare i giovani

Mariano Freschi fra alcuni pezzi della sterminata collezione

Mariano Freschi fra alcuni pezzi della sterminata collezione

Milano -  Il rock cerca la sua dimora. Il progetto di una “Casa del Rock“ anima febbrilmente da qualche tempo Mariano Freschi, collezionista incredibile e fondatore di “Made In Rock“, associazione senza scopo di lucro che ha come obiettivo la promozione del classic rock "epoca benedetta della storia della musica con una concentrazione di talenti in pochi decenni mai vista prima", afferma Freschi. Nella sua abitazione a San Giorgio Piacentino - e in tre magazzini segretissimi nel territorio - sono conservati oltre 400 tra strumenti, amplificatori, pedaliere, effetti suonati dalle più grandi band sui palchi di ogni parte del mondo. Ma anche memorabilia e più di 45mila pezzi tra fotografie, poster, tour book, picture disc, libri e riviste come tutti i numeri di Melody Maker e Rolling Stone.

Ora , giunto alla soglia dei 67 anni, Freschi, ex funzionario d’azienda, accarezza un sogno grandioso: quello di creare uno spazio che consenta di dare il giusto risalto alla collezione e non solo. "Il museo non sarà il focus del progetto. Ho in testa di creare un luogo vivo, con eventi e presentazioni dei "vecchi" leoni come della nuova guardia del genere. Un posto frequentato non solo da nostalgici come me, ma anche e soprattutto da giovani: per vivere il rock ha bisogno di “sangue“ fresco. Milano sarebbe una sede ideale: se un ente pubblico si facesse avanti per darci una mano partiremmo subito…", afferma il collezionista. La sua passione è nata nell’adolescenza. "Avevo 16 anni ed ero un bassista da parrocchia. Volevo suonare di fronte a un muro di casse come i Cream e i Deep Purple, invece ero costretto a fare concerti di liscio…".

E allora, "un po’ per rivalsa", a partire dai primi anni Ottanta comincia a collezionare gli amplificatori Marshall prodotti prima del 1973. "I collezionisti erano quasi tutti in Inghilterra e alla fine andando lì sono entrato anche io nel giro fino ad arrivare a possedere 140 testate". Esaurita quella collezione, una nuova "ossessione" entra nel suo orizzonte: gli strumenti musicali suonati dalle band. Fra gli oltre 400 pezzi che possiede, gli amplificatori di Led Zeppelin e Pink Floyd, il basso Fender di Sting, l’Ibanez di Steve Vai, l’acoustic dei Judas Priest, la batteria dei King Crimson, l’armonica usata da Roger Daltrey in Quadrophenia, la batteria di Jon Hiseman dei Colosseum, il prototipo della Fender Stratocaster degli Iron Maiden. Ma la vera "chicca" è l’ampli Vox Ac30 appartenuto a Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stones. Si tratta dell’unica attrezzatura superstite dopo il concerto tenuto dalla band nel 1964 a Blackpool che terminò con una serie di risse e decine di feriti fra il pubblico. L’11 maggio alle 22, ingresso libero, allo Spirit de Milan di via Bovisasca alcuni amplificatori, chitarre, bassi e batterie della collezione Freschi torneranno a suonare grazie ad una superband formata da musicisti che hanno fatto la storia del rock italiano come Paolo Bonfanti, Pino Scotto, Ronnie Jones, Saturnino, Rigo Righetti, Giovanni Maggiore "Giuvazza", Pietruccio Montalbetti, Patrizio Fariselli, Gigi Cavalli Cocchi. E ci sarà anche Mariano Freschi a raccontare le storie incredibili dei pezzi della sua collezione, in dialogo con Ezio Guaitamacchi.

 

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