Furto di magliette a Milano: Marco Carta assolto, il pm insiste

Processo a Milano per sei t-shirt. Il cantante sardo vincitore di Sanremo: "L’incubo è finito". Ma la procura annuncia ricorso

Marco Carta

Marco Carta

Milano, 1 novembre 2019 - «Oddio grazie» e poi la voce rotta dalle lacrime, al telefono con il suo avvocato, che dopo due ore di camera di consiglio, processo in abbreviato, gli ha voluto annunciare subito l’esito: «assoluzione piena per non avere commesso il fatto». Il fatto è un furto di sei magliette alla Rinascente del valore di 1.200 euro e lui è Marco Carta, cantante, vincitore di ‘Amici’ e del ‘Festival di Sanremo’.

Dopo le lacrime, Carta affida ai social, 700mila follower, i suoi pensieri: «È come se mi svegliassi da un incubo. Adesso posso riprendere più forte la mia musica, ora sì che posso davvero tornare a sorridere». Poi i ringraziamenti, tanti: alla famiglia, agli amici, al fidanzato e anche ai suoi avvocati Simone Ciro Giordano e Massimiliano Annetta che gli hanno anticipato la notizia per telefono, facendolo scoppiare in lacrime di gioia.  Ma l’«incubo» di Carta non è davvero finito perché il pm ha già annunciato ricorso. E le sei magliette restano prepotentemente «casus belli» di una vicenda che pare ancora lunga. I guai giudiziari del cantante erano cominciati lo scorso 31 maggio, quando era stato arrestato all’uscita del grande magazzino del centro di Milano insieme a un’amica, la 53enne Fabiana Muscas. La donna aveva le magliette in una borsa e le placche attaccate alle t-shirt avevano fatto scattare l’allarme. Dopo una notte ai domiciliari, il giudice Stefano Caramellino – lo stesso che ieri lo ha assolto – aveva deciso di convalidare l’arresto solo per la donna, ritrovata materialmente con la refurtiva.

Le due posizioni erano state separate, quindi, alla prima udienza. L’infermiera aveva deciso, d’accordo con il suo legale Giuseppe Castellano, di chiedere l’ammissione ai lavori socialmente utili. Carta e i suoi legali avevano chiesto l’abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Ieri mattina l’udienza si è svolta a porte chiuse per via del rito alternativo: sono stati proiettati i video ripresi quel giorno dalle telecamere di sorveglianza. Immagini considerate decisive dal pm Nicola Rossato, per lui in quei fotogrammi è contenuta la prova della colpevolezza di Carta. I difensori invece, sostengono da sempre l’esatto contrario. Il pm aveva quindi chiesto una condanna a 8 mesi di carcere e a 400 euro di multa, al termine di una requisitoria in cui aveva sostenuto che Carta e Muscas si erano contraddetti ed erano colpevoli entrambi.  Dopo la piena assoluzione di ieri, il pm Rossato ha già annunciato che impugnerà la sentenza, le motivazioni saranno depositate tra 30 giorni. «L’estraneità del nostro assistito è talmente certa che siamo sicuri che la vicenda finirà qui» hanno, invece, sostenuto i difensori. Intanto è attesa per il 6 novembre la decisione della Cassazione sulla mancata convalida dell’arresto del cantante, che era già stata oggetto di ricorso da parte del pubblico ministero.  

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