Procura in lutto, fiori e scritti per il pm milanese Musso

Magistrato travolto e ucciso da un’auto nell'Astigiano. Oggi i funerali

Il pm Marcello Musso

Il pm Marcello Musso

Milano, 20 agosto 2019 - «Riposa in pace, amico mio». Un biglietto è stato appeso sulla porta dell’ufficio del pm Marcello Musso, al quarto piano del Palazzo di giustizia di Milano. Un ufficio dove il magistrato, vittima venerdì scorso di un incidente stradale nell’Astigiano, ha lavorato per tanti anni senza pause, dalla mattina fino a sera tardi, con estremo rigore e dedizione. Deposto a terra, davanti alla porta, un mazzo di fiori. Così chi lavora negli uffici giudiziari milanesi ha voluto salutare, con due segni sobri ma ben visibili davanti a quella che era in pratica la sua casa, il pm Marcello Musso, noto in particolare per aver coordinato l’inchiesta sulle aggressioni con l’acido che ha portato alle condanne di Martina Levato e Alexander Boettcher. Il magistrato è stato travolto da un’auto mentre andava in bicicletta in provincia di Asti, dove si trovava per trascorrere i suoi pochi giorni di vacanza dell’anno, quando stava vicino all’anziana madre.

I fuenrali si terranno oggi, alle 10, nella chiesa di San Giacomo Maggiore ad Agliano Terme, il paese dove è cresciuto. Intanto molti magistrati, cancellieri, avvocati ieri si sono fermati davanti all’ufficio per ricordare il pm, che ha anche coordinato numerose e complesse maxi indagini su traffici di droga e sulla criminalità organizzata e che anni fa riuscì anche ad ottenere la condanna all’ergastolo di Totò Riina e di altri capi di Cosa Nostra per alcuni vecchi omicidi di mafia a Milano. Dopo tanti anni di lavoro nell’ombra, finì sotto i riflettori per il caso della coppia dell’acido, esploso anche mediaticamente il 28 dicembre 2014, quando fu colpito Pietro Barbini. Grazie alle indagini coordinate da Musso emersero gli altri blitz della «coppia diabolica», con la complicità del bacario-succube Andrea Magnani. Martina Levato fu condannata definitivamente a 19 anni e 6 mesi, Boettcher a 21 anni, Magnani a 8 anni e 9 mesi. Il pm si spese perché venisse dato in adozione il figlio della coppia, nato quando Martina era già in carcere, che ora ha una nuova famiglia. I suoi fascicoli, che il pm Musso curava personalmente passaggio per passaggio e con un’attenzione fuori dal comune, dovranno ora essere riassegnati ad altri magistrati.

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