Mano tesa a centinaia di profughi ucraini

Il bilancio di Sercop: nel Rhodense dal 24 febbraio 543 accessi allo sportello, mentre sono state 79 le famiglie “accoglienti“

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di Roberta Rampini

Ben 543 accessi allo Sportello emergenza Ucraina dal 24 febbraio a fine agosto, 22mila euro a rifugiati in fuga dai bombardamenti e alle famiglie che li hanno accolti, 79 famiglie che si sono rese disponibili ad accogliere minori non accompagnati (anche se poi non ce n’è stato bisogno), progetti di inclusione sociale e 8 centri di accoglienza straordinaria che oggi ospitano 13 profughi. Ma l’emergenza non è finita. È il report presentato da Sercop (azienda speciale Comuni Rhodense) con numeri e progetti sulle attività svolte per far fronte all’emergenza profughi ucraini. La prima risposta è stata l’attivazione a marzo di uno sportello (nell’auditorium comunale di via Meda a Rho) e di un numero verde per dare un primo supporto alle famiglie accoglienti del territorio e aiutare i profughi in fuga dal conflitto grazie alla cogestione di Sercop, Cooperho e Intrecci. "Abbiamo trovato gli strumenti giusti per dare risposte omogenee su tutti i nove comuni – dichiara Sara Santagostino, sindaco di Settimo Milanese e presidente della Conferenza dei sindaci –. Sono emerse risorse notevoli e molti hanno manifestato il desiderio di mettersi in gioco fin da subito". Per le famiglie che hanno aperto le porte delle loro case a persone in fuga è stato garantito un sostegno economico. È stato un “lavoro di squadra”, "ambito tecnico, terzo settore e volontariato hanno unito le forze – spiega l’assessore rhodense alla politiche sociali, Paolo Bianchi –. Si è fatto fronte ai bisogni primari, quindi Caritas, Intrecci, famiglie, parrocchie e oratori, scuole e associazioni sportive si sono dati da fare per far nascere un centro accoglienza e per favorire l’inclusione. Ora qualcuno vuole tornare in patria, qualcuno chiede di restare. L’emergenza non è finita e c’è ancora molto da fare". Infine è stato attivato il “Fondo in Fondo” con il supporto di Fondazione comunitaria Nord Milano. "L’area maggiormente investita dall’arrivo di rifugiati è stata proprio quella a Nord Ovest di Milano, qui vivono già badanti che hanno accolto i connazionali – ha spiegato Paola Pessina, presidente Fondazione Cariplo –. Fondazione Comunitaria ha messo in campo 105mila euro, grazie a quanto donato da Fondazione Cariplo, dai cittadini del Rodense, del Bollatese, di Cinisello e Sesto San Giovanni, e dalla Fondazione Restelli. Non tutto è stato erogato, ci sono ancora aiuti disponibili. Abbiamo ricevuto richieste da Intrecci, da Briciole di pane, dalla cooperativa GPII di Pregnana che ha accolto due donne, Aliona e Tatiana, con tre bambini. Aliona è stata poi assunta come cake designer. Il nostro mestiere è unire i puntini, tenere insieme le risorse".

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