Milano, ritorno alla manifattura: exploit al femminile

Il rilancio grazie agli imprenditori 4.0. Allarme della Cgil: "Calano i posti fissi, flop del decreto dignità"

Presentazione Manifattura Milano Camp

Presentazione Manifattura Milano Camp

Milano, 15 marzo 2019 - Un ritorno alla manifattura e all’artigianato nella città un tempo capitale industriale d’Italia, con laboratori che «volano grazie alla contaminazione con tecnologia e cultura». Il terziario che cambia volto, con la crisi del settore bancario e un boom di posti nella pubblicità, nell’istruzione e nella sanità privata. Il decreto dignità che, secondo un’analisi del Dipartimento mercato del lavoro della Cgil di Milano su dati Istat, «ha fatto flop», con 9.900 posti di lavoro a tempo indeterminato in meno tra il 2017 e il 2018 e 15.900 contratti a termine in più. Luci e ombre nel mondo del lavoro in città, dove a sorpresa si registra un exploit al femminile: su 5.000 occupati in più nel 2018 rispetto al 2017 - tra contratti a temine e posti fissi, autonomi e partite Iva - 4.000 sono donne.

«Sono più scolarizzate e flessibili, hanno una migliore capacità di adattarsi - spiega il responsabile del Dipartimento mercato del lavoro, Antonio Verona -. E l’illusione di poter creare lavoro per decreto mostra tutta la propria inadeguatezza». Resta piatta la linea dei disoccupati: da 102mila nel 2017 a 101mila l’anno scorso. Il segretario generale della Cgil di Milano, Massimo Bonini, evidenzia che «il decreto dignità ha raggiunto gli effetti opposti» rispetto a quelli auspicati. «I salari e i posti a tempo indeterminato non crescono - prosegue - la situazione di Milano è preoccupante perché indica che le imprese, anche in una zona ricca, non guardano al futuro. La digitalizzazione è un’opportunità, ma c’è il rischio che una fetta di lavoratori resti tagliata fuori». Una nota positiva è il ritorno alla manifattura, che ha cambiato volto dopo gli anni della chiusura delle fabbriche e della riconversione al terziario. Un rilancio grazie anche alle nuove tecnologie sfruttate dagli imprenditori 4.0, all’innovazione antidoto alla crisi.

«La nostra strategia è incentivare il ritorno alla manifattura leggera in città», spiega l’assessore a Lavoro del Comune, Cristina Tajani, che ieri ha presentato Manifattura Milano Camp, spazio di confronto che si aprirà domani e ospiterà anche l’Arduino Day. «L’obiettivo è creare buona occupazione - prosegue - permettendo, soprattutto a tanti giovani, di trasformare la propria creatività in idee, progetti e oggetti grazie all’uso sempre più diffuso delle nuove tecnologie, delle stampanti 3D, dei laser cutter e dei software». A Milano, secondo quanto emerge da una ricerca del Centro studi Pim presentata da Stefano Micelli, le assunzioni nel comparto manifatturiero sono cresciute dal 2012 al 2017 del 63.8%, con un incremento di quasi 10mila persone avviate nonostante la crisi dell’industria tradizionale. Le attività manifatturiere hanno prodotto nel 2017 oltre 5.400 posti di lavoro stabili contro i 4.800 del 2014. E anche il terziario cambia volto. «Si riducono i posti nelle banche, negli studi di architetti e ingegneri - spiega Micelli - ma nasce un nuovo terziario nella comunicazione, formazione e ricerca, in raccordo con le università».

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