Milano, manager e stupratore seriale: "Ero malato"

L’imprenditore farmaceutico Antonio Di Fazio ammette una violenza a fronte delle prove schiaccianti. Contestati altri 5 casi

Il manager Antonio Di Fazio

Il manager Antonio Di Fazio

Milano, 14 dicembre 2021  - Una confessione. "Ero malato, ma ora sono un uomo nuovo" ha detto più o meno Antonio Di Fazio rispondendo ieri alle domande del giudice e, venerdì scorso, a quelle dei pm Alessia Menegazzo e Maria Letizia Mannella. L’imprenditore farmaceutico, a San Vittore da quasi sette mesi per violenza sessuale, ieri mattina durante il processo con rito abbreviato ha ammesso di aver narcotizzato, spogliato e fotografato la studentessa di 21 anni che aveva attirato nell’appartamento con il pretesto di uno stage formativo nell’azienda di cui era il titolare per poi abusare di lei. Del resto, negare sarebbe stato per lui piuttosto difficile vista la mole delle prove a suo carico sotto forma di filmati di telecamre, messaggi scambiati, fotografie inequivocabili della parte offesa ritrovate sul cellulare dell’uomo. Fazio, che venerdì scorso è stato interrogato per quasi otto ore dal pm Alessia Menegazzo e dal procuratore aggiunto Letizia Mannella. Dunque ieri davanti al gup Anna Magelli (a porte chiuse) il manager non ha negato i fatti, anche se i legali della giovane vittima hanno manifestato perplessità sulla versione data dall’imprenditore, poiché "non ha ammesso tutto e non ha detto tutta la verità". Si ritorna in aula il prossimo 18 gennaio per la discussione dei pm e la valutazione del gup di una eventuale riunione del procedimento con il filone per cui Di Fazio il mese scorso ha ricevuto una nuova ordinanza di custodia cautelare per altri cinque casi, tra cui il tentato omicidio e le violenze nei confronti della sua ex moglie. Il manager, difeso dall’avvocato Mauro Carelli, era stato interrogato su queste nuove accuse il primo dicembre dal gip Chiara Valori, ma si era avvalso della facoltà di non rispondere. Venerdì scorso, invece, è rimasto dalla prima mattina a pomeriggio inoltrato in un ufficio della Procura per rispondere alle domande degli inquirenti. Era la prima volta che sceglieva di parlare coi pm. E, in sintesi, la sua sarebbe stata una lunga confessione sia pur tra mille tentativi di minimizzare quanto accaduto e sempre sul presuppoto che avrebbe agito in quel modo perché era "malato". Condizione che adesso starebbe superando. Nel nuovo provvedimento di fine novembre si parlava di "serialità delle condotte" del 50enne titolare della Global Farma, in quanto gli abusi sarebbero cominciati nel 2008, da quelli ai danni della donna che all’epoca aveva sposato, fino alle violenze più recenti su modelle o studentesse. Tutte le vittime, secondo l’accusa, sarebbero state narcotizzate con benzodiazepine, violentate e fotografate dall’uomo. Per questo venerdì davanti al gip è fissato un incidente probatorio per sentire quattro giovani vittime, i cui episodi hanno portato alla nuova ordinanza di arresto. Su di lui, già a processo in abbreviato per la prima violenza, è in corso anche una indagine sui suoi interessi economici (è indagato per bancarotta) e su presunti legami con la ‘ndrangheta. Negli atti è ricostruita passo passo, per molte pagine, tutta la vicenda durata anni degli abusi e delle intimidazioni ai danni della ex moglie, che presentò contro di lui ben 13 denunce tra il 2009 e il 2016. Dopo averla aggredita con uno spray urticante, l’uomo l’avrebbe immobilizzata con del nastro adesivo, estraendo anche delle fascette da elettricista. “Tu da questo appartamento non uscirai più”, le avrebbe detto, colpendola alla testa con una chiave inglese e stringendole una corda intorno al collo. La donna sarebbe poi riuscita a liberarsi colpendolo con un oggetto in ceramica e scappando dai vicini di casa per chiedere aiuto. Stando al provvedimento,l’attendibilità della ricostruzione fornita dalla vittima e da alcuni testimoni è stata confermata, mentre “l’opposta versione dei fatti sostenuta dall’indagato” sarebbe stata “sconfessata”.

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