La famiglia di Dj Fabo: "Vergognatevi"

Dopo l'imputazione coata ordinata nei confronti di Marco Cappato

Dj Fabo prima dell'incidente

Dj Fabo prima dell'incidente

Milano, 12 luglio 2017 - «Marco ha fatto un regalo ad aiutare mio figlio.Voglio dire a voi politici magistrati: vergognatevi». Per il giudice Luigi Gargiulo a Marco Cappato va imputato non solo di aver aiutato Dj Fabo a morire, ma anche di aver rafforzato il suo intento suicida. Ma Carmen Carollo, la mamma di Fabiano Antoniani, il 40enne cieco e tetraplegico che l’esponente radicale accompagnò in una clinica svizzera per il suicidio assistito, la pensa molto diversamente.

«Ora la sua sofferenza è finita e in questo momento lui è felice. Grazie Marco», scrive su Facebook all’indomani della decisione del gip Gargiulo che ha disposto l’imputazione coatta di Cappato per aver «rafforzato» Fabo nella sua volontà suicida. Analoga la posizione della fidanzata del dj, Valeria Imbrogno: «Non ho parole... come si fa a dire che Fabo è stato spinto nella scelta? Fabo, glielo spieghi tu al giudice che era l’esatto contrario, che eri tu che spingevi noi a portarti in Svizzera. Stavo pensando che potresti fargli la stessa domanda che hai usato con me per farmi capire la tua sofferenza: “Caro giudice verrebbe una sola settimana da questa parte?”». Di diverso parere il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo: «Penso che le leggi vadano rispettate e chi non lo fa va trattato secondo il principio fondamentale che la legge è uguale per tutti. Non c’è una sorta di diritto politico a sottrarsi alla legge. Questo vale per chiunque, anche per Cappato». La presidente dell’associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, esprime invece «perplessità» nei confronti dell’ordinanza del gip: «Anche questa volta, come nel caso Welby, si confrontano all’interno della magistratura due posizioni, l’una che interpreta i valori costituzionali ed europei in senso progressista e l’altra in senso conservatore. Auspichiamo che, nel prosieguo del giudizio, la certezza del diritto, al di là delle posizioni interpretative, possa prevalere, come è avvenuto nel caso Welby».

Ora la Procura ha 10 giorni di tempo per chiedere il rinvio a giudizio dell’esponente radicale. Quindi l’udienza preliminare ed infine (ma non è detto, dipenderà dal gup) l’eventuale processo davanti alla corte d’assise con i due giudici togati e i sei popolari. Intanto Sergio Lo Giudice (Pd), componente della Commissione giustizia del Senato, chiede che il gesto di Cappato «non resti inascoltato», mentre l’ex ministro Barbara Pollastrini raccomanda: «Il Senato approvi subito le dichiarazioni anticipate di trattamento. Comunque la si pensi è una legge saggia e umana».

 

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