Malpensa, cinesi in fila per il tampone "Controlli necessari, siamo abituati"

Anche se non erano ancora obbligatori tutti i passeggeri in arrivo da Tianjin si sottopongono ai test. Pavesi: "La percentuale di positivi è molto alta, ma per fortuna per ora non dobbiamo essere allarmati"

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di Roberto Canali

Segno di riconoscimento dei passeggeri arrivati ieri dalla Cina? L’inseparabile mascherina Ffp2 che ha fatto loro compagnia nel lunghissimo volo e il ritardo con cui si sono presentati ai parenti che gli attendevano a gate B degli arrivi internazionali del Terminal 1 di Malpensa. Tutta colpa dei tamponi che anche se non sono di fatto ancora obbligatori, in attesa della conversione del decreto legge annunciato l’altro giorno, sono vivamente consigliati.

"Si sono sottoposti a controllo praticamente tutti – spiegano i medici della Asst Sette Laghi di Varese e dai colleghi di Ats Insubria che hanno prestato il loro personale e i loro laboratori alla raccolta dati e all’ancor più meticoloso sequenziamento – l’operazione richiede un po’ di tempo e di pazienza". I cinesi però sembrano abituati e non si lamentano. Quelli arrivati ieri provenivano dalla città di Tianjin, uno dei più grandi porti commerciali della Cina che conta quasi 16 milioni di abitanti ai quali va sommata la popolazione delle altre megalopoli della regione. Anche lì il Covid sta picchiando duro e forse anche per questo chi è arrivato ieri in Italia, in visita ai parenti o di ritorno dopo un periodo di vacanza, si è sottoposto volentieri ai controlli che per quanto fastidiosi non sono nulla rispetto alle ferree quarantene cinesi. "Sono venuto a prendere mia moglie e mia suocera – spiega Yun che ormai è un lombardo acquisito – I controlli non ci danno fastidio anzi sono necessari per contenere il virus. Non ho paura di prendere il Covid, mi sono vaccinato qui e anche mia moglie, sua madre invece l’ha fatto in Cina. Per chi è già stato malato o si è sottoposto al vaccino non ci sono pericoli". Sarà, ma chi esce non molla la mascherina neppure di fronte ai parenti e gli abbracci e le strette di mano sembrano essere aboliti, un po’ com’era da noi in occasione del primo e del secondo lockdown.

"La percentuale dei passeggeri in arrivo dalla Cina che sono risultati positivi è molto alta, ma per fortuna per ora non dobbiamo essere allarmati – spiega Giovanni Pavesi, direttore generale Welfare di Regione Lombardia – I controlli sono partiti il 26 dicembre e per ora possiamo contare sui dati raccolti nei primi due voli che abbiamo processato: la percentuale di positivi oscilla tra il 35% e il 40%. Fortunatamente però sono tutti casi di varianti Omicron, non ci sono nuove forme di Covid". La conferma arriva dal laboratorio di microbiologia dell’Asst Sette Laghi di Varese. "Il sequenziamento dei 15 tamponi ha portato a rilevare tutte varianti Omicron del Sars-CoV-2 di diversi lineage, nessuno dei quali predominante e tutti già conosciuti in Italia. L’operazione è complessa e delicata. Occorre estrarre l’Rna virale, a quel punto, abbiamo caricato l’Rna estratto, che tecnicamente di chiama Wgs, sul sequenziatore che, in circa 13 ore, ci ha dato il dettaglio delle sequenze delle basi azotate corrispondenti ad ogni variante".

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