Milano, a 45 anni prende la maturità in ospedale: "Mai mollare"

Marco Bovio ha superato i test di idoneità in un letto del San Carlo Borromeo con il professore del Frisi, in corsia tutti i giorni

Lo studente Marco Bovio, 47 anni, insieme al professore Loris Alessandro Fato

Lo studente Marco Bovio, 47 anni, insieme al professore Loris Alessandro Fato

Milano, 4 agosto 2020 -  A 45 anni, dopo aver lavorato per 12 anni in un ristorante a conduzione familiare e poi per le mense scolastiche, Marco Bovio aveva deciso insieme alla moglie di cambiare vita, prendendosi un anno sabbatico per tornare a scuola. Aveva il diploma triennale, vuole completare gli studi in enogastronomia, ma mai avrebbe pensato di trovare sulla sua strada un macigno ben più pesante dei libri di due anni di superiori: una pancreatite acuta l’ha costretto in ospedale per mesi proprio durante le prove di idoneità e in piena emergenza Covid-19.

"Ma sono cocciuto, avevo deciso di rischiare e cambiare vita ripartendo dalla scuola, mi piacerebbe diventare insegnante. Non potevo arrendermi", sorride, a pochi metri dalla meta. "Ce l’ha messa tutta e non ci sono stati sconti per lui", racconta anche il professore dell’istituto Frisi di Quarto Oggiaro, Loris Alessandro Fato, che con lui è arrivato al traguardo. "All’inizio tutti gli consigliavano di rimandare al prossimo anno, ma la sua determinazione ci ha sorpreso - spiega il docente, al Frisi da 10 anni-. L’ultima fase per ottenere il diploma si può fare a distanza in questi casi, ma le prime prove no. Così, come scuola, abbiamo deciso di appoggiare la sua decisione e di trovare una soluzione".

Il preside Luca Azzollini ha cercato un volontario per verificare la correttezza delle prove, giorno dopo giorno, materia dopo materia. Matematica, fisica, francese scritto: Marco le doveva portare tutte. Così il professore Fato si è fatto avanti: entrava ogni mattina nella sua stanza al nono piano dell’ospedale San Carlo Borromeo, con la mascherina e bardato da capo a piedi, per poi tornare nel pomeriggio. Lo ha fatto per cinque giorni consecutivi.

"Anche gli infermieri, i medici e il primario facevano il tifo per lui ed erano molto premurosi con me", ricorda il professore, emozionato. Mancava un’ultima prova. "Le mie condizioni di salute sono improvvisamente peggiorate, avevano programmato un intervento urgente proprio per quel giorno, quando dovevo portare le mie materie preferite, scienze alimentari e laboratorio di cucina. Mi sono fatto forza e non ne ho voluto sapere di mollare", ricorda Bovio. Alle 7 l’intervento, alle 10 il doppio esame: con l’anestesia ancora in circolo, ha risposto alla commissione che lo ha seguito con attenzione dal dispositivo portatile di Fato.

L’applauso finale, liberatorio, ha commosso entrambi, alunno e professore, pronti ora per la maturità: 7 settembre, la data è cerchiata in rosso sull’agenda. "E questa volta vorrei tanto sostenere la prova in presenza, all’istituto Frisi, anche per ringraziare chi mi ha permesso di arrivare fin qui - sottolinea Bovio -. È stata dura fra drenaggi e dolori, ma sono tornato a casa e sono convinto che anche questa impresa mi abbia fatto sentire più forte, scacciando un poco il male". Intanto si è rituffato sui libri. Anche il professor Fato non vede l’ora di tornare in classe e rivedere i suoi alunni. "Racconterò loro la grande forza di volontà di Marco e questa esperienza umana, che ha cambiato anche la mia vita e mi ha fatto ricordare l’entusiasmo di quando ho iniziato a insegnare, 15 anni fa. Non mi ha chiesto nessuno di andare in ospedale, nel pieno di questa emergenza, me lo ha fatto fare la mia coscienza. Anche e soprattutto questo è scuola".  

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