Milano, allarme mafia su Pnrr e Olimpiadi 2026

Il capo della Dda Dolci: "I politici locali scelgano da che parte stare. Ci sono amministratori che dialogano persino con i condannati"

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O dalla parte della legalità (la scelta giusta) o dalla parte della mafia (la parte sbagliata). Tertium non datur, soprattutto ora che ci sono in ballo i fondi pubblici legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e alle Olimpiadi invernali Milano-Cortina del 2026. Alessandra Dolci, procuratore aggiunto e capo della Direzione distrettuale antimafia (Dda), lancia un ultimatum da Palazzo Reale ai politici milanesi e non solo durante il suo intervento all’assemblea di Avviso Pubblico, l’associazione che riunisce gli amministratori pubblici che si impegnano a promuovere una cultura della legalità: "Il mio messaggio ai pubblici amministratori è che mai come ora bisogna scegliere da che parte stare. È una scelta di campo. Bisogna prendere le distanze da determinati soggetti o contesti, soprattutto nei Comuni medio-piccoli. È stupefacente che condannati ai sensi dell’articolo 416 bis (il reato di associazione di tipo mafioso, ndr ) siano considerati ancora interlocutori appetibili da imprenditori e politici locali. Invece bisognerebbe fargli il vuoto intorno, ma così non è".

L’analisi della Dolci parte dalla risposta alla domanda "dopo tutta la serie di operazioni antimafia, dal 2010 in poi, la situazione è migliorata?": "Con grande dispiacere devo ammettere che c’è stata un’azione repressiva ma i risultati purtroppo non si vedono". Il capo della Dea cita la serie “Mala. Banditi a Milano’’ andata in onda su Sky Documentaries, quando la criminalità organizzata mostrava il suo "volto cattivo", per fare un paragone con lo scenario attuale: "Ora abbiamo pochissimi atti di intimidazione e quindi, leggendo questo dato statistico riguardo alla presenza della criminalità sul nostro territorio, dovremmo essere contenti. Non ci sono omicidi, non ci sono denunce da parte di pubblici amministratori, dunque va tutto bene? Purtroppo, dal mio osservatorio privilegiato, vedo che non è così, la situazione è completamente diversa". La Dolci racconta che "nelle ultime vicende di cui ci siamo occupati, oltre alla contestazione dell’articolo 416 bis, i reati riguardavano evasione fiscale, fatture fittizie e 18 fallimenti con un danno all’erario di decine di milioni di euro".

Questa situazione – secondo il procuratore aggiunto – "alimenta un sistema economico sempre più tendente al nero. Con mafiosi che si sono inseriti in questo tessuto socio-economico e imprese committenti che non si pongono il problema di chi sia il loro interlocutore e fornitore. Sottolineo sempre che il problema principale di questo Paese è purtroppo di carattere etico del sistema imprenditoriale ma anche di tanti pubblici amministratori. Spesso capita di verificare, nel corso delle nostre investigazioni, soprattutto se riguardano periodi di campagne elettorali, di candidati e pubblici amministratori che vanno a chiedere i voti ad esponenti della criminalità mafiosa. In una nostra vecchia indagine, monitorando con microspie e telecamere, un soggetto condannato ai sensi del 416 bis e in detenzione domiciliare riceveva aspiranti pubblici amministratori nella sua casa. I candidati non potevano dire: “Non lo sapevo’’".

La Dolci , però, è convinta che un’attività di prevenzione sia ancora possibile: "Nel biennio 2019-2021 il numero delle interdittive antimafia è aumentato del 30%. Ora le situazioni che vanno monitorate sono i fondi per il Pnrr e per le Olimpiadi 2026. Cosa possono fare gli enti locali? La piattaforma che sarà presentata domani (oggi per chi legge, ndr ) in Prefettura potrà essere uno strumento molto utile nel nostro contesto territoriale". Ma non basta. "Mi aspetto che i pubblici amministratori istituiscano nei propri Comuni un servizio addetto alla individuazione di quelle che sono comunicazioni di operazioni sospette. O che, nel caso di palese opacità, ne informino tempestivamente l’autorità giudiziaria. Questo è il momento di farlo, perché ci sono Pnrr e Olimpiadi. La prevenzione per i Giochi 2026? Le bonifiche sono già in stato avanzato... Si è pensato a un protocollo simile a quello di Expo 2015, ma gli enti coinvolti riguardano varie regioni. Serve una cabina di regia. Qualcosa dobbiamo fare".

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