Maestra aggredita a Milano, Sos insegnanti: ogni giorno in trincea

La maestra e sindacalista Spina: "Il problema è del modello che rifiuta di contemplare il “no“ come risposta ai bimbi"

La pagina del Giorno sull’aggressione a una maestra della scuola d’infanzia

La pagina del Giorno sull’aggressione a una maestra della scuola d’infanzia

Milano, 29 ottobre 2019 - «Nei confronti dei docenti - ma succede anche ai dirigenti scolastici e al personale Ata - si verificano quotidianamente episodi dove l’insegnante viene zittito o si dà uno scarso riconoscimento della sua professione o viene messa in discussione la sua valutazione su uno studente. Abbiamo a che fare con un fenomeno complesso, molto più vasto dei casi eclatanti che registra la cronaca, e che sottende una complessità di cause, a partire dalla crisi dei modelli sociali e familiari». Parola di Caterina Spina, segretaria Flc Cgil Milano, oltre che insegnante di scuola primaria. Il tema della violenza delle scuole è tornata in auge dopo l’aggressione choc verificatasi giovedì scorso in una scuola dell’infanzia della periferia sud della città. Qui prima la madre di una piccola alunna, come ha raccontato ieri Il Giorno, si è scagliata contro un’educatrice, dopo che quest’ultima aveva chiesto di avere un colloquio per i comportamenti della piccola nei confronti di compagni e insegnanti.

La madre di origine nordafricana ha pensato bene di chiedere «aiuto» al marito e insieme sono tornati a scuola accusando la maestra di aver picchiato la loro bambina e minacciandola di morte, di fronte ad altri alunni. L’insegnante ha poi deciso di sporgere denuncia: «Una decisione che non si verifica sempre. Molti docenti preferiscono non andare in un commissariato, cercando di risolvere il conflitto in altro modo. Questo rende difficilmente quantificabile il fenomeno e dare dei numeri» spiega Spina. Certo è che l’emergenza non può essere considerata dell’ultima ora. Spina è una dei 36 componenti del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, un organo collegiale a cui partecipano i rappresentanti eletti delle scuole, che ha tra i suoi compiti quello di esprimere pareri in materia di istruzione.

Già a marzo di quest’anno venne fuori un documento che denunciava «il fenomeno allarmante» di genitori di alunni «protagonisti di gesti e comportamenti offensivi e lesivi della dignità professionale e dell’integrità della persona del docente quale professionista impegnato nel difficile compito dell’educazione e dell’istruzione» si legge nel parere sul rapporto fra scuola/famiglia/società. «Il fatto è che la scuola oggi è rimasta l’unica agenzia socializzante dove sia possibile il confronto fra adulti che si occupano di minori. Si riversano in un solo luogo sia la fragilità dei bambini e degli adolescenti ma anche la difficoltà dei genitori a dare una risposta limitante ai comportamenti dei figli. Ci sono padri e madri che chiedono agli insegnanti di dire sempre di sì ai loro bambini, come loro fanno in casa, senza far vivere mai l’esperienza della negazione. Sono adulti che non riescono a porre dei limiti. Il problema coinvolge un modello culturale che rifiuta l’idea che possano essere contemplati i no» riflette la sindacalista della Cgil.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro