Ma le api muoiono di fame e di sete

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Api e miele a rischio, la siccità è un problema devastante. Questo è quanto emerge dall’associazione di produttori apistici della Lombardia. L’aridità della terra e le temperature molto più alte della media, dal mese di maggio, stanno mettendo in crisi la produzione del miele. Per quanto riguarda il miele di tiglio, la media di produzione per alveare è scesa a 10 chili ad alveare in provincia di Milano e due chili nelle zone del Mantovano, Pavese e Cremonese. In alcuni casi la produzione è stata anche contaminata da miele di ailanto e melata. La stessa media regionale può essere indicata per il miele di castagno. Difficile stabilire una media per il millefiori a causa di produzioni diverse, in base alla zona. "Il bilancio complessivo della stagione 2022 purtroppo non può che essere molto negativo. A conti fatti in molti casi non si è prodotto di più rispetto alla stagione precedente, che ha visto il riconoscimento della calamità per le gelate primaverili e una produzione di miele di acacia praticamente azzerata", spiega l’associazione di produttori apistici. Un dato confortante quest’anno può essere la produzione proprio del miele di acacia, che è stata sicuramente superiore, ma in molti casi è risultata contaminata da altre fioriture. L’associazione sottolinea inoltre come per la siccità persistente non siano previsti al momento ristori dedicati al settore. Col perdurare della siccità è allarme anche per le api. Per la carenza d’acqua infatti le piante producono meno nettare e gli insetti muoiono di sete e di fame, perdendo fino a 5 etti al giorno per alveare. Si tenta di rimediare anche con le “autostrade per le api“ lunghissime aiuole fiorite create per contrastare il costante calo d’insetti impollinatori: una (nella foto) è in via Suzzani, nel Parco Nord. Davide Falco

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