Ma all’ex Ansaldo va in scena lo sciopero

Mobilitazione in via Bergognone e confronto con il sovrintendente Meyer. Il sindaco: li ascolto, ma le loro condizioni non sono male

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La breve chiacchierata coi lavoratori in presidio si conclude con un abbraccio, una risata e una riflessione a voce alta "Devo venire più spesso a parlare con voi..." all’affermazione di una dipendente "Vogliamo sentirci amati come noi amiamo questo posto". Il sovrintendente Dominique Meyer ascolta le rivendicazioni senza scomporsi, si interrompe quando qualcuno gli si avvicina per incalzarlo, non si tira indietro se c’è da confrontarsi. E prova ne è il fatto che ieri la proclamazione del vincitore del Concorso internazionale per la Magnifica Fabbrica della Scala è andata in scena come da programma all’ex Ansaldo, nonostante lì fosse in corso nelle stesse ore lo sciopero dei laboratori proclamato da Cgil, Cisl, Fials e Uil. Un segnale di attenzione e di voglia di non interrompere il dialogo, seppur partendo da posizioni distinte e distanti.

Quella del manager alsaziano è piuttosto chiara: "Io ascolto tutti, ma questo non significa che sono dello stesso parere: ci vedremo e parleremo di tutto, ma abbiamo aggiornato da pochi mesi la pianta organica". Come dire: i sindacati non possono già chiedere dipendenti aggiuntivi se il tetto è stato appena concordato e fissato. E invece è proprio quello che hanno fatto nei giorni scorsi, alla testa dei 120 dipendenti di via Bergognone che all’unanimità hanno proclamato e confermato la mobilitazione: "Abbiamo avuto risposte insoddisfacenti, e questa è l’esasperazione della gente", il commento di Adriano Gnani di Uilcom. La richiesta la esplicita in cifre Paolo Puglisi, delegato Slc-Cgil: "Tra sette e nove in media, come tutti gli anni". In realtà, i delegati hanno domandato pure altro alla direzione: avere i numeri del personale previsto per ogni spettacolo del cartellone 2022-2023, così da sapere in anticipo di quante persone in più ci sarà bisogno giorno per giorno. Altra istanza rispedita al mittente dal management.

Così si è arrivati all’agitazione, calendarizzata non a caso il 26 maggio per farla coincidere con il lancio del progetto Rubattino (peraltro sostenuto sin dall’inizio dalle quattro sigle, Cgil in primis) e con la presenza del sindaco Giuseppe Sala. Che dal canto suo non ha lasciato troppo spazio alle interpretazioni: "Tanti lavoratori sono in difficoltà, con stipendi bassi, e non hanno la certezza del loro lavoro. Io ascolterò i sindacati della Scala, ma devono capire che le loro condizioni di lavoro e di retribuzione non sono male". E ancora: "Le relazioni sindacali sono fatte di confronto continuo: a volte ci si mette d’accordo, altre volte si fa più fatica. È chiaro, però, che ogni situazione va valutata in base al contesto specifico". Quasi una dichiarazione d’intenti in vista della vera partita che si giocherà in via Filodrammatici nel futuro prossimo: quella del rinnovo del contratto unico. La linea pare tracciata, anche in considerazione dell’attuale congiuntura economica e dell’aumento delle spese per materie prime sottolineato da Meyer: ci sarà una trattativa, ma i margini sono piuttosto risicati e le risorse scarse. Una prospettiva che quasi certamente non troverà il gradimento dei dipendenti, a cominciare dagli artisti, e che potrebbe portare ad altre proteste, stavolta all’interno del teatro.

Il primo banco di prova è dietro l’angolo: martedì il sovrintendente presenterà ai sindacati i dettagli della prossima stagione (prima di renderli ufficialmente noti una settimana dopo in conferenza stampa), e quella sarà l’occasione per affrontare altre questioni, compresa quella dei tecnici di palcoscenico. I delegati dovrebbero replicare le stesse richieste respinte per i laboratori: più aggiunti. E se la risposta, come probabile, sarà la stessa, il rischio di nuovi stop si farà sempre più concreto.Nicola Palma

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