M4, da Foppa a Lorenteggio 59 negozi: ko in 30 mesi

Il presidente degli esercenti: "Emergenza che passa sotto silenzio, ogni giorno vedo adultipiangere. Colpa dei cantieri"

Cantieri in piazza Frattini

Cantieri in piazza Frattini

Milano, 14 marzo 2018 - Quello realizzato da Asselor, l’associazione che riunisce i negozianti delle vie Foppa e Lorenteggio, è un censimento che restituisce l’idea e la misura di come e quanto i cantieri di una grande opera pubblica possano contribuire a cambiare il volto dei quartieri. L’opera pubblica in questione è la Metropolitana 4, la linea ancora in costruzione che dovrà unire l’aeroporto di Linate alla stazione ferroviaria di San Cristoforo. In alcune zone della città i cantieri per la linea blu sono particolarmente impattanti e, per stessa ammissione del Comune, le vie Foppa e Lorenteggio sono tra queste. Da settembre 2015 a gennaio 2018, secondo i dati raccolti mese per mese da Asselor, hanno chiuso i battenti 59 attività commerciali sulle 245 presenti lungo l’asse Foppa-Lorenteggio: il 25% del totale o, detto altrimenti, una su quattro. Ventotto di questi negozi sono tuttora vuoti. «È un’emergenza che passa sotto silenzio – commenta Mario Smanio, presidente di Asselor e a sua volta commerciante in via Lorenteggio –. Ogni giorno ho adulti che mi piangono davanti».

Le categorie merceologiche delle attività che hanno chiuso senza più riaprire sono le più varie, a conferma che non è un problema relativo alla tipologia dell’offerta. Scorrendo l’elenco delle dipartite, in una sorta di Spoon River del piccolo commercio di quartiere, si legge di negozi di telefonia, bar, edicole, filiali di società immobiliari, attività legate alla fotografia, parrucchieri, paninerie e, ancora, colorifici, negozi di giocattoli, gelaterie, abbigliamento per donna, enoteche e pasticcerie quali la Martignetti insignita del riconoscimento di bottega storica da parte del Comune perché era aperta dal 1950. Nei 31 casi che restano, ai negozi che hanno abbassato la cler sono subentrate altre attività, come detto. Anche in questo caso non manca la varietà della categoria merceologica ma c’è una prevalenza di attività gestite da stranieri quali i minimarket etnici, bar e parrucchieri soprattutto con titolare cinese, centri benessere (o centri massaggi). «C’è un impoverimento dell’offerta complessiva del quartiere – sottolinea Smanio –. E spesso si tratta di attività che cambiano continuamente titolare, almeno sulla carta».

Fenomeni, quelli appena esposti, che non interessano solo Lorenteggio ma presentano tratti comuni a più periferie, comprese quelle sulle quali non insistono i cantieri della Metropolitana 4. «Ma qui al Lorenteggio – assicura Smanio – il crollo degli incassi è coinciso con l’apertura dei cantieri per la nuova metropolitana. La nostra zona è fatta di piccoli negozi a gestione individuale o familiare che finora avevano sempre retto e avevano un radicamento di decenni nel quartiere». «I bandi del Comune che possono davvero aiutare un negoziante a non chiudere sono quelli che assicurano contributi sulle spese correnti, non su investimenti che è difficile fare considerata la crisi – sottolinea Enrico Balossi, segretario di Asselor –. Purtroppo, però, per le spese correnti si è stanziato poco (700mila euro nel 2017 ndr) e quei contributi sono andati solo ad una settantina di commercianti».

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