Lusso di giorno, spaccio e rapine di notte

Giovani accerchiati dal branco, pusher armati di bastoni e tragiche liti per droga

Spaccio di notte (inchiesta de Il Giorno)

Spaccio di notte (inchiesta de Il Giorno)

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Milano, 18 ottobre 2021 - Gae Aulenti, corso Como, Porta Garibaldi. Di giorno triangolo dell’hi tech modaiolo e di tendenza, all’ombra dello skyline ridisegnato nel Duemila e finito su poster e prime pagine glamour di mezzo mondo; di sera luogo di movida e aperitivi per tutte le età; di notte, terra di spaccio. Coca, crac, metanfetamine, eroina se serve. C’è di tutto, nel supermarket della droga aperto 24 ore su 24. Ma nel cuore della notte, finiti gli affari con la coca, i cavallini dello spaccio cambiano “mestiere“ in pochi istanti. E si mettono a rapinare senza pietà i giovani, preferibilmente turisti, molto meglio se ubriachi, che escono a locali e discoteche. E vai a trovare, tra i passanti ugualmente spesso in condizioni poco lucide, qualcuno che dia una mano o almeno lanci l’allarme. Calci, pugni, bastonate, e - per i più spietati - anche coltellate. Senza scrupoli. Perché le vie di fuga, in caso di arrivo delle forze dell’ordine, sono comode e molteplici. Difficile seguire gli spacciatori nel dedalo di vie all’ombra dei grattacieli, a cavallo fra il nuovo cuore tecnologico e specchiato della city finanziaria e i bei quartieri signorili della Milano che fu.

La preferenza dei predoni non è per i portafogli ma per gli iPhone, che rivenduti consentono fino a 200 euro di incasso facile. E poi, qualsiasi cosa di valore, catenine d’oro o, a danno dei più sprovveduti, orologi di lusso. Ma ancor più spesso la violenza esplode a causa della droga. Nell’ottobre di due anni fa un ragazzo di 22 anni, “fregato“ da un pusher nordafricano che gli aveva rifilato innocua polverina bianca, non ci pensò due volte e per vendicarsi spinse il “truffatore“ da una balaustra affacciata sul vuoto di un parcheggio, cinque metri più giù. Aggressore in manette, pusher in fin di vita. E nel 2017, in piena “era pre Covid“, l’allora gestore del locale "11Clubroom", Siro Saccani, sempre da via Tocqueville aveva lanciato l’allarme. "Qui la situazione è fuori controllo". Si era ritrovato sotto il locale una quarantina di pusher armati di spranghe e bastoni. Sotto l’occhio delle telecamere di videosorveglianza, bellamente ignorate. "Hanno messo a ferro e fuoco la zona, mi sono attaccato al telefono per segnalare alle forze dell’ordine". E alla reazione del fidanzato di una delle tante ragazze rapinate, giù botte con spranghe e bastoni. Ecco, quando la movida ripartirà al 100% e il Covid sarà solo un ricordo (speriamo presto), restino indelebili le immagini della movida selvaggia e dei pusher padroni, relegate però a un passato che non si vuole rivivere.

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