"Lupo, mio nonno. Ribelle per amore"

Elisa Castiglioni e lo zaino verde di Pietro, protagonista della Resistenza. Dal diario ritrovato alla sfida: trasmettere ai ragazzi la sua eredità

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di Simona Ballatore

Nome di battaglia: Lupo. Ma per Elisa, Pietro Castiglioni - figura di spicco della Resistenza lombarda - era semplicemente il nonno, sempre al suo fianco, il primo a intuire il suo futuro: "Quando avevo 9 anni mi ha regalato la macchina da scrivere che ho ancora qui con me, era il suo modo di dire ’in te ci credo, ce la puoi fare’", racconta l’autrice di La ragazza con lo zaino verde (Il Castoro), romanzo per ragazzi ispirato alla storia - ma soprattutto agli insegnamenti di vita - di quel nonno partigiano, "ribelle per amore".

Quando la prendeva sulle ginocchia, Lupo non le ha mai parlato del gruppo delle Cinque Giornate o della battaglia di San Martino. Nonno Pietro insegnava coi fatti: volontario, sindaco negli anni Settanta "solo perché glielo avevano chiesto, sapeva riunire tutti". "Diceva che con il tempo e col sole maturano anche le nespole: aveva grande fiducia nel genere umano", ricorda Elisa Castiglioni. Al punto da prendersi cura di un Repubblichino ferito. "Era un nemico, ma ha rischiato la sua stessa vita per salvarlo. Era combattente, ma odiava la guerra fratricida".

Da quando è venuto a mancare, nel 2017, Elisa torna sempre a casa sua: sale la scala a chiocciola di sughero, si chiude in mansarda e sfoglia i suoi libri, come faceva da piccola. "Lo ritrovo lì", sorride. Un sabato si è spinta oltre: ha aperto i cassetti e i bauli, ha trovato il suo diario. "Un’emozione grandissima vedermelo davanti, a 19 anni: ho letto i suoi pensieri e tutto ha avuto senso, quello che è stato il suo vissuto di Resistenza, il suo affrontare i nemici disarmato e sopravvivere, i suoi interrogativi sui giovanissimi cresciuti negli anni di Mussolini: ’Molti sono stati ingannati, altri hanno aperto gli occhi’. Nelle sue frasi tutta la complessità di quegli anni". Di qui la scintilla: scrivere un libro ai ragazzi. "Mi interessava condividere questo: che la ribellione può e deve essere frutto non di rabbia, ma di amore. Anche oggi: il Covid ha portato tanta paura, troppe divisioni, il pericolo di un ritorno dei concetti di nazionalismo. Oggi resistere non è fissarsi sulle proprie convinzioni, ma accogliere l’altro, anche chi arriva dall’altra parte del mondo". Si è calata nei panni della protagonista Alida, nata nell’Italia fascista, ci ha fatto pace, si è messa sulle tracce del nonno. E porta in giro la sua eredità, quello zaino verde ancora appeso alla porta e diventato romanzo. Incontra nonni e nipoti, lo porta nella scuola che resiste: il 18 febbraio sarà all’istituto Confalonieri, a marzo alla Marcello Console e al San Carlo. Passa il testimone a chi vuol essere "ribelle per amore come nonno Pietro". Nome di battaglia: Lupo.

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