L’ultimo giorno dei dizionari (intonsi o vissuti)

Elena

D’Incerti*

Ieri nel primo pomeriggio, testa svuotata dalla maratona del tema e crampo dello scrittore non usuale per loro, i ragazzi giuravano che “la“ prova fosse quella di Italiano. Ma è oggi che il gioco si fa duro con l’amato-odiato latino. Anche i dettagli logistici segnano la differenza: nessuna scelta di posto strategica, ma disposizione in ordine alfabetico. Musi un po’ lunghi, tutti abbozzano e si accomodano tenendosi stretto, probabilmente per l’ultima volta, il solo dizionario. A guardarli, questi loro dizionari, sono tutti diversi: alcuni intonsi (tre anni di scuola Covid hanno dissuaso diversi liceali dall’averne una pratica quotidiana), alcuni faticosamente “vissuti“, altri ancora sono quelli di famiglia su cui hanno sudato mamme e papà: e così anche oggi il secolo scorso prende posto all’esame versione 2022. Per tutte le commissioni della scuola è Seneca l’autore scelto: prevedibile ma non scontato. Il brano, tratto dal de beneficiis, parla dell’incapacità dell’uomo, distratto da logiche di profitto, di apprezzare la natura come una grande casa sicura, un dono divino: testo profetico, di drammatica attualità, senza trappoloni sintattici. Le tre domande a corredo della traduzione indirizzano gli addetti ai lavori a una didattica delle lingue classiche che non può più prescindere dalla riflessione metalinguistica, storica e critica; oggi però rappresentano l’àncora di salvezza per quelli che, pur avendo scelto il classico cinque anni fa, sulle versioni sono arrivati fin qui in affanno. Per questo dopo la prima ora qualcuno lancia sguardi smarriti in tutte le direzioni: nel panico comprensibile del momento, si dimentica che questa prova è ideata e corretta dai suoi docenti e che vale appena dieci punti. A pensarci, solo a chi aspira al 100 o giù di lì preme farla molto bene. A ulteriore conferma del fatto che la formula dell’esame di quest’anno sia frutto di troppi compromessi: questa seconda prova scritta non ministeriale alla fine è un ‘contentino’. Ma per chi?

* Docente liceo Beccaria

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