L’ultima occupazione è “Fuoriclasse”

Dopo l’ultima campanella e 26 blitz, gli studenti si riappropriano di uno spazio abbandonato, l’ex cinema Nuove Arti di via Mascagni

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di Simona Ballatore

L’ultima occupazione - nell’anno dei blitz a staffetta - arriva tre giorni dopo il suono dell’ultima campanella. E non è una scuola a essere conquistata notte e giorno, ma l’ex cinema “Nuovo Arti“ in via Mascagni. Lo avevano annunciato da “Rete degli Studenti - Milano“ senza rivelare fino all’ultimo la destinazione segreta. Poi il post: "Siamo dentro", con tutte le indicazioni per raggiungere la location scelta per un festival lungo tre giorni tra "lotta, socialità, cura, incontro, confronto e festa".

Si chiama “Fuoriclasse“ ed è nella palazzina costruita negli anni Trenta e abbandonata da anni. "Ci siamo riappropriati di uno spazio chiuso e abbandonato per trasformarlo in un luogo sicuro, accessibile e libero dove la socialità e l’aggregazione, venute a mancare a fronte di due anni di emergenza sanitaria e una gestione criminale da parte delle istituzioni, sono focali", sottolineano gli studenti. Prendendo per l’ultimo miglio dell’anno scolastico quel testimone che si erano passati da scuola a scuola per tre mesi, 26 volte.

"Il nostro obiettivo – continuano dalla Rete degli Studenti – è costruire un percorso collettivo che punti a rimarginare quelle ferite provenienti dalla malagestione del sistema scolastico da parte del governo, e che si dia l’obiettivo di creare un’alternativa, uno spazio libero ed espressivo per gli studenti e le studentesse di questa città". E così la dedica del festival è scritta sui muri con la vernice gialla: Lorenzo e Giuseppe. "È un momento di lotta al fine di tenere viva la memoria di Lorenzo e Giuseppe, due ragazzi rispettivamente di 18 e 16 anni assassinati da un sistema che, esattamente come nel mondo del lavoro, sfrutta e lascia morire i suoi studenti in nome del profitto sfrenato, ragazzi che dovevano trovarsi a scuola e che invece sono morti sul posto di “lavoro“ non retribuito, ovvero in alternanza scuola-lavoro".

Si riparte poi dalle limitazioni causa Covid, da quel malessere che è stato “censito“ nelle 26 occupazioni a colpi di questionari e grafici. "L’obiettivo è la riappropriazione degli spazi che ci appartengono e la presa di posizione contro un modello di vita e società che non ci appartiene e che non è in grado di fornire a noi studenti e studentesse ciò di cui abbiamo bisogno".

Nel mirino finisce sempre la "valutazione": "Vogliamo una scuola viva e solidale, libera da competizioni e restrizioni, che sappia formare persone attive, critiche e coscienti". E a chiusura del festival “Fuoriclasse“, dopo pranzo sociali e mostre sul tema della sessualità - dal titolo “Sco(p)riamo“ - non mancherà, come nelle 26 precedenti occupazioni, la stesura di un manifesto.

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