L’ospedale, le chat segrete e la coca: il narcos che voleva imitare Banksy

Ricercato Andrea Deiana, capo dell’associazione a delinquere smantellata da Dda e Squadra mobile. La trasferta in città per la nascita della figlia e i rimproveri della compagna: "Esageri con il telefono"

 Andrea Deiana

Andrea Deiana

di Nicola Palma

Per mesi, gli investigatori della Narcotici hanno seguito le tracce di quel nickname di Encrochat, la piattaforma di messaggistica istantanea che ha garantito l’anonimato ai suoi utenti fin quando un blitz anglo-franco-olandese non l’ha "bucata": Banksy. Forse Andrea Deiana aveva scelto il soprannome (usato anche come password per i conti corrente con l’aggiunta del suo anno di nascita) per provare a fare quello che allo street artist più celebre e misterioso al mondo riesce da sempre: lasciare le sue opere sui muri di mezzo mondo senza che nessuno conosca la vera identità dell’artista che le ha realizzate. Il quarantunenne di Terracina è rimasto a lungo un fantasma: aveva sì qualche precedente, ma da personaggio di secondo piano più che da potente e rispettato broker di cocaina e ketamina con legami strettissimi e datati con personaggi del calibro di Raffaele Imperiale. A smascherare la vita rispettabile da appassionato d’arte con galleria in pieno centro ad Amsterdam (solo una ricicleria di denaro sporco, per chi l’ha messa sotto sequestro) ci ha pensato un’operazione internazionale coordinata dall’aggiunto della Dda Alessandra Dolci e dai pm Silvia Bonardi e Cecilia Vassena e portata a termine dalla Squadra mobile con l’ausilio dei colleghi di Sco, Dcsa, Interpol e Divisione Sirene: per 21 persone, il gip Carlo Ottone De Marchi ha disposto il carcere, e finora all’appello mancano proprio Deiana, Vincenzo Amato (legato al clan pugliese Coluccia) e un altro indagato.

L’inchiesta dei poliziotti guidati dal dirigente Marco Calì e dal funzionario Domenico Balsamo inizia nel settembre del 2019: nel mirino finiscono Manuel Zucca e Angelo Di Monte, che dietro il ruolo di co-titolari del ristorante di pesce Monkfish a Peschiera Borromeo celano una florida attività di spaccio di droga, con tre box a disposizione per lo stoccaggio (due a Santa Giulia e uno nel Lodigiano) e auto con doppifondi quotidianamente "bonificate" per disinnescare eventuali cimici. Nei messaggi che si scambiano, di tanto in tanto emerge quella parola: "Banksy". Chi è? Il 6 luglio 2020, arriva il primo errore dei componenti della banda, per il resto accortissimi a non parlare tra loro e a limitare al minimo ogni tipo di comunicazione: è Zucca alias Nestor (in onore dell’anarchico ucraino Nestor Ivanovic Machno) a dire "Hai capito, Deiana..." al corriere Massimo Falzarano. Gli archivi rimandano il nome di Andrea Deiana, arrestato nel 2005 con mezzo chilo di coca, ri-arrestato nel 2011 con diversi chili di marijuana e coinvolto nel 2016 nel blitz Amnesia della Dda di Roma.

È lui? Su Google circola un’intervista del 2018 al sito "Art Tribune" in cui si presenta come proprietario della Art 3035 Gallery. Gli investigatori non si fanno fuorviare dall’immagine scintillante del collezionista innamorato dei graffiti d’autore, ma evidenziano un’incongruenza e una coincidenza. La prima: come ha fatto Deiana, che per il Fisco è un nullatenente, ad aprire uno spazio espositivo nella capitale olandese? La seconda: tra gli artisti che dichiara di amare ci sono Basquiat e Banksy. Già, Banksy. È in quel momento che inizia a farsi strada l’ipotesi che il Banksy di Encrochat sia lui. I riscontri rafforzano la pista: Falzarano racconta di un viaggio a Napoli il 17 luglio 2019; e proprio in quei giorni Deiana era in un albergo di Castel Volturno, "non proprio una località turistica" annota il gip.

E poi ci sono gli sms che lo stesso Deiana invia a un contatto su Encrochat per fargli sapere che nell’agosto 2020 sarà a Milano per accompagnare la moglie a partorire la loro primogenita al San Giuseppe. Il broker sfrutta la trasferta per gestire un carico da 617 chili di hashish e usa la cassaforte della stanza d’ospedale per stipare le mazzette di banconote destinate a pagare una partita di cocaina. È talmente impegnato a chattare che a un certo punto la compagna si spazientisce: "Amo, stai esagerando... io non riesco mai a parlare con te... non riesco perché non si può fare niente... tu sei sempre al telefono... perennemente da quando apri gli occhi a finché li chiudi...". E lui: "Non sto a esagerà... lascio perdere tutto, ci mettiamo a mille euro al mese... non vedo l’ora di sistemare mia moglie e mia figlia, scusa se c’ho sta cosa qua...".

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