Lombardia, vaccinati all’80%. Ora si parte con le terze dosi

Immunizzati 8 su 10 dei nove milioni di lombardi over 12. Da lunedì iniezioni aggiuntive di Pfizer e Moderna per i malati più a rischio

Vaccini Covid

vaccini covid comuni nord milano - per cangemi/pincioni/stimolo/lucidi/redazione metropoli/ 09 Luglio - foto spf/ansa.

Trovate questo articolo all'interno della newsletter "Buongiorno Milano". Ogni giorno alle ore 7, dal lunedì al venerdì, gli iscritti alla community del «Giorno» riceveranno una newsletter dedicata alla città di Milano. Per la prima volta i lettori potranno scegliere un prodotto completo, che offre un’informazione dettagliata, arricchita da tanti contenuti personalizzati: oltre alle notizie locali, una guida sempre aggiornata per vivere in maniera nuova la propria città, consigli di lettura e molto altro. www.ilgiorno.it/buongiornomilano

Milano - Ieri la Lombardia è arrivata all’80 per cento della popolazione vaccinabile coperta con un ciclo completo d’anticoronavirus. E tra meno di una settimana, lunedì prossimo, partiranno anche qui, come nel resto d’Italia, le iniezioni della terza dose per i malati più fragili, che hanno più difficoltà a sviluppare anticorpi e rischierebbero conseguenze peggiori contraendo la Covid. 

L’ufficialità della data è arrivata lunedì sera dalla struttura del commissario all’emergenza. "Si inizierà dai pazienti trapiantati di organo solido e di cellule staminali ematopoietiche e si proseguirà con le altre categorie di pazienti immunocompromessi", hanno spiegato dalla Regione, chiarendo che "in attesa della puntuale definizione della popolazione target da parte del Ministero della Salute l’unità di crisi" regionale "ha già definito le attività e le priorità per l’elaborazione del piano operativo per la somministrazione di dosi addizionali e dosi “booster”", e che il suddetto piano, una volta condiviso "con le Ats, le Asst e le rappresentanze dei medici di medicina generale, dei pediatri, delle farmacie" che saranno coinvolti nella campagna d’autunno-inverno sarà presentato la prossima settimana.

La categoria dei "fragili e fragilissimi" che riceveranno per primi la "dose addizionale", aveva anticipato il consulente per la campagna vaccinale lombarda Guido Bertolaso a Telelombardia, comprende "circa un milione di lombardi. Dopodiché ci predisporremo prima della fine dell’anno anche per gli anziani delle Rsa, gli over 80, poi per i medici e gli infermieri. Dal 2022 inizieremo con tutte le altre persone che vorranno". Le prime indicazioni del Ministero della Salute, in una circolare di ieri, distinguono l’operazione terza dose in due strategie. Quelle "prioritarie" sono le "dosi addizionali", considerate un "completamento del ciclo vaccinale al fine di raggiungere un adeguato livello di risposta immunitaria" in persone che fanno più fatica. E cioè i trapiantati e in attesa di trapianto, i pazienti oncologici in terapia immunosoppressiva, mielosoppressiva (o che l’hanno sospesa da meno di sei mesi) o a base di cellule CAR–T, i malati con immunodeficienze, in dialisi o con insufficienza renale grave, o che hanno subito l’asportazione della milza. Tutte persone che dovrebbero aver ricevuto due dosi di Pfizer o Moderna, ma qualunque sia stato il primo vaccino, sottolinea la circolare, per la dose aggiuntiva, iniettabile "dopo almeno 28 giorni" dall’ultima, si userà uno dei due vaccini a mRna (quindi anche in modalità eterologa).

L’altro tipo di terza dose sarà invece in funzione di "booster": un vero richiamo, da effettuare almeno sei mesi dopo la fine del ciclo primario, "al fine di mantenere o ripristinare un adeguato livello di risposta immunitaria, in particolare in popolazioni connotate da un alto rischio, per condizioni di fragilità o per esposizione professionale". La strategia per i "booster", sempre a base di Pfizer o Moderna indipendentemente dal primo vaccino effettuato, "sarà definita in favore di ulteriori gruppi target", spiegano dal Ministero. 

Intanto, dei circa nove milioni di lombardi vaccinabili l’80% ha completato il primo ciclo: "Prima regione in Italia" a centrare l’obiettivo fissato dal generale commissario Francesco Paolo Figliuolo, sottolinea la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, rimarcando che le adesioni alla campagna sono all’87% con punte del 96% tra gli over 80 e del 93% tra gli ultrasessantenni, e arrivano all’82% tra i giovani dai 12 ai 29 anni. E anche se alla copertura occorre scontare un milione di lombardi non ancora vaccinabili in quanto minori di 12 anni, quell’80% "è un traguardo che ci fa sentire più tranquilli, considerato che per la maggior parte delle infezioni sopra tale soglia si comincia a parlare di “immunità di gregge”", ha osservato il governatore Attilio Fontana. Subito redarguito dal capogruppo dem al Pirellone Fabio Pizzul: "Gli esperti dicono che con le varianti in circolazione l’immunità di gregge non esiste. Fontana non commetta il solito errore, lodarsi non serve a nulla, soprattutto se la partita con il Covid è ancora da vincere".