Colori regioni, effetto vaccini sui nuovi contagi: così la Lombardia resta gialla

Milano, 1 maggio 2021 - La Lombardia rimane in zona gialla la prossima settimana, grazie a un Rt-sintomi di 0.84 stimato al 14 aprile dal monitoraggio nazionale, un rischio "moderato" e un’incidenza settimanale di 135 nuovi contagiati ogni centomila abitanti (uguale a quella del Lazio), lontana dunque dalla soglia di pericolo dei 250. Le libertà relative, qui come altrove, rimangono una conquista quotidiana: il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro dice che è presto per valutare l’impatto delle riaperture più recenti, e negli ospedali lombardi, a fronte di reparti Corona in cui i ricoverati (3.495 ieri, in calo di 102 dal giorno prima) sono scesi a un numero appena inferiore a quello che si registrava durante la tregua armata tra la seconda e la terza ondata, le terapie intensive Covid (che ieri contavano sette letti occupati in meno ma 16 nuovi ingressi in 24 ore) hanno ancora 550 pazienti, cioè il 50% in più rispetto all’inizio dell’anno. Il monitoraggio locale dell’Ats Metropolitana segnava ieri un Rt per data tampone, consolidato al 24 aprile, di 0.95 in media settimanale e di 0.93 in media quindicinale tra il Milanese e il Lodigiano; in città si sale a 0.98 sui sette giorni (0.95 sui 14). Tra il 19 e il 25 aprile, per la quarta settimana consecutiva, nessun quartiere di Milano ha sforato la soglia critica di 250 nuovi casi per centomila abitanti, ma ad esempio Cusago, nella cintura Sud-Ovest, è risalito a 268 e Zibido San Giacomo, a Sud, a 275 per centomila. Mentre l’incidenza per classi d’età mostra l’effetto della campagna vaccinale: 88 nuovi casi per centomila tra gli ultraottantenni, 91 tra i settantenni (che vengono vaccinati da quasi tre settimane); oltre a loro solo gli zero-quattrenni (con 90 nuovi positivi settimanali per centomila) sono sotto quota cento.

Vaccini

Giovedì la Lombardia ha superato quota centomila iniezioni d’antiCovid in un giorno (111.506), se ne fanno "più di mezzo milione a settimana", ha detto la vicepresidente della Regione con delega al Welfare Letizia Moratti, confermando che se arriveranno i vaccini "entro l’estate tutti i lombardi" che possono e vogliono li avranno. Dettaglia che agli ultraottantenni sono state somministrate un milione e 200mila dosi, "con una percentuale del 98%" di copertura; ai settantenni "più di 600mila", con una copertura "del 78%" di coloro che hanno chiesto la vaccinazione, e in due settimane "più di 300mila" sessantenni hanno avuto l’iniezione-scudo. Oggi e domani il Niguarda organizza un nuovo "V-eekend", a tre settimane dal rush finale del 10 e 11 aprile, per fare il richiamo a cinquemila ultraottantenni al ritmo di oltre 200 iniezioni all’ora tra il blocco Nord dell’ospedale e il centro di via Ippocrate, e concludere così il ciclo per in totale 23 mila superanziani. "Supereremo le 85mila dosi iniettate dall’inizio della campagna", spiega il direttore Marco Bosio: 51mila prime dosi e 34mila richiami, oltre mille a domicilio. Da lunedì via Ippocrate passerà da otto a 10 linee per mille vaccini al giorno, contribuendo all’accelerazione impressa alla campagna dalla discesa in campo dei megahub. Come l’Hangar Bicocca, che giovedì aveva registrato lunghe code dovute alle anamnesi dilatate dai recalcitranti ad AstraZeneca e dove poi, a quanto Il Giorno apprende, i vaccinatori hanno lavorato fino a ben oltre mezzanotte per non sprecare le dosi lasciate da chi ha rinunciato per troppa attesa o rifiutato il vaccino (non solo per paura, c’è chi non vuole il richiamo a tre mesi durante le ferie d’agosto): dopo la chiusura, alle 21, si sono messi a chiamare “riservisti” tra i vaccinabili per età o clinica che avevano una prenotazione più avanti. E c’è chi ha raggiunto la Bicocca nella notte in taxi, pur di proteggersi un po’ prima.